Ex campo profughi di Padriciano: Il Comune “aspetta” l’Università di Trieste per trasformare in aule 8 edifici
Il comprensorio è destinato all’ateneo in uso gratuito trentennale ma sulla bozza di convenzione inviata dal municipio all’inizio del mese ancora nessuna risposta
TRESTE Che fine ha fatto l’ex Campo profughi di Padriciano? Ma non sarebbe dovuto andare in uso gratuito trentennale all’Università allo scopo di trasformare otto edifici del comprensorio in un’area didattica e laboratoriale, fruendo di finanziamenti provenienti dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), filtrati da un bando del Miur?
Negli uffici comunali cominciano a chiederselo in tanti, dal momento che ai primi del mese è stata trasmessa all’Ateneo una bozza di convenzione rimasta finora senza riscontro. Il rettore Roberto Di Lenarda, interpellato nelle giornate scorse, ha dapprima glissato poi si è eclissato.
A passo Costanzi qualcuno si è seccato, perché in estate sembrava che vi fosse una grande fretta di concludere l’accordo e che quindi servisse accelerare l’iter (con delibera consiliare), adesso invece sul campus carsolino è calato uno strano silenzio. Si era verificato anche qualche distinguo di carattere politico in sede di approvazione, proprio per l’urgenza della procedura sotto-elezioni: in commissione l’allora assessore Lorenzo Giorgi aveva detto che erano in ballo 50 milioni, per ottenere i quali l’Università aveva bisogno della celere disponibilità del sito.
La bozza di convenzione comunale non pare un campo minato: si tratta di un documento-tipo, che precisa come la manutenzione ordinaria, quella straordinaria, la custodia, la pulizia, gli allacciamenti alle reti, le migliorie (da effettuarsi previa autorizzazione comunale) siano sul borderò dell’Alma Mater.
Cosa succede allora all’Università che non sembra aver più il sacro furore realizzativo? Dov’è il bando del ministero Istruzione-Università-Ricerca da cui sarebbe dovuta sgorgare la limpida risorsa? Martedì Di Lenarda aveva rapidamente accennato alla volontà di pensare prima di rispondere alla domanda su cosa avrebbe collocato nel comprensorio di Padriciano. Aleggia il probabile timore che appetiti e ambizioni insoddisfatti determinino tensioni all’interno dell’accademia, quindi Di Lenarda preferisca non esporsi. Anche ad agosto si era tenuto sulle generiche, accennando all’ipotesi di un polo di fisica.
Al Comune proprietario però bisognerà rispondere. Roberto Dipiazza era apparso molto contento della prospettiva universitaria. L’ex Campo profughi era giunto nel patrimonio comunale in seguito alla devoluzione delle Province, ma l’ampiezza e le condizioni del comprensorio richiederebbero un investimento riqualificativo non inferiore ai 30 milioni. Per cui largo all’Ateneo.
Il campo nacque nel secondo dopoguerra prima per ospitare le truppe alleate, poi per alloggiare i profughi provenienti da Istria e Dalmazia. Venne chiuso negli anni Settanta.