Dottore in sociologia: la 5ª laurea di Stefano il vigile urbano di Udine con la passione per la storia
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Ex artigliere, Stefano Sirch a 32 anni ha discusso la sua ultima tesi a Padova. «Non so se fare l’ufficiale o l’insegnante»
UDINE. La maggior parte delle persone si “accontenta” di prendere due lauree (triennale e specialistica), lui è arrivato a quota cinque. Stefano Sirch, udinese classe 1989, martedì a Padova ha ottenuto il suo quinto titolo universitario.
Dopo il diploma al liceo scientifico Marinelli nel 2008 si arruola nell’esercito nel 3° Reggimento Artiglieria Terrestre (da montagna) dove per 12 anni è addetto al supporto tecnico lavorando sui cannoni e occupandosi, nello specifico, del sistema di puntamento e direzione.
Nel 2020 decide di cambiare strada ed entra nel Corpo di Polizia locale a Udine, dove lavora tutt’oggi.
Nel frattempo, però, oltre alla passione per il suo lavoro coltiva anche quella per le scienze umane e si iscrive a diversi corsi di laurea.
Corso dopo corso, senza frequentare nemmeno una lezione, Stefano si laurea ben cinque volte.
Il suo percorso inizia nel 2009 con l’iscrizione a Lettere (indirizzo storico e socioantropologico) in cui si laurea nel 2014, il secondo alloro arriva a marzo 2016 in Storia e il terzo a novembre dello stesso anno in Filosofia (entrambi corsi interateneo tra l’Università degli Studi di Udine e quella di Trieste).
Ma a Stefano non basta e a luglio 2019 consegue la quarta laurea (magistrale) in Scienze Politiche a Trieste e ieri, a Padova, l’ultima, in Scienze Sociologiche.
«Queste materie mi hanno appassionato fin da quando ero piccolo – racconta il neolaureato –, in particolare la storia. Materia dopo materia mi sono avvicinato sempre più alle scienze politiche e ho approfondito argomenti nell’ambito del sociale e delle relazioni.
In particolare sono rimasto impressionato da due tematiche: la devianza e la criminalità. Sviscerando questi temi ho potuto analizzare e riflettere sul tema della stigmatizzazione del crimine e di quelle persone che commettono episodi delinquenziali come piccoli furti o spaccio e che per questo sono additati negativamente dalla società».
Mentre studia queste materie, Stefano partecipa a diverse missioni per l’esercito in Italia chiamate “Operazione Strade Sicure” con l’obiettivo di perlustrare e pattugliare le aree metropolitane densamente popolate e prevenire la criminalità.
«A Milano, Roma e Verona ho potuto unire teoria e pratica e vedere da un’altra prospettiva episodi malavitosi riflettendo sulle cause che li creano, sulle dinamiche dei flussi migratori e sul background delle persone coinvolte: immigrati, senzatetto, nullatenenti e spacciatori. Questo mi ha dato nuova consapevolezza» spiega.
Così, a un certo punto, matura l’esigenza di cambiare strada per trovare nuovi stimoli. Così entra in Polizia dove si occupa di controlli contro lo spaccio e l’immigrazione clandestina. «Nonostante il lavoro, ho sempre trovato il tempo per studiare, solitamente la sera e nel tempo libero. Non so cosa mi riservi il futuro, ma chissà che non possa tentare un concorso per diventare un ufficiale di polizia o addirittura puntare sull’insegnamento».
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