In Fvg alta adesione allo sciopero nella grande industria e nel trasporto pubblico
Pezzetta (Cgil): in piazza è sceso il Paese che soffre il disagio più profondo
UDINE. Un’adesione più alta nella grande industria e nel trasporto pubblico. Meno soddisfacente, per i sindacati, nella grande distribuzione, commercio e turismo. Ma anche in Friuli Venezia Giulia sono stati migliaia i lavoratori che hanno aderito allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil, con la Cisl che è rimasta alla finestra. E una nutrita delegazione, di circa 500, 600 militanti delle due sigle sindacali, ha partecipato alla manifestazione di Milano, che ha visto la partecipazione di 10 mila persone.
Il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini ha detto che questo «è solo l’inizio di un percorso», preannunciando così altre giornate di mobilitazione. Parole che il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta sottoscrive e fa sue. «Lo sciopero è stato più sentito tra gli operai - spiega -, con punte dell’80, 90 per cento nella metalmeccanica strutturata. E da questa regione sono partiti 10 pullman, oltre a treni e auto private per prendere parte alla protesta di Milano. Si tratta dell’inizio di una mobilitazione, è l’apertura di un percorso, non ci fermiamo certo qui. Quando con 15, 18 mila euro di stipendio lordo annuale, un lavoratore vede che mette in tasca 6 o 7 euro al mese grazie al taglio Irpef, ma chi ha un reddito di quattro volte superiore ha un vantaggio tra i 60 e i 70 euro al mese, parliamo di cose vere, di problemi concreti. Io credo che bisogna cambiare registro, cambiare prospettiva. È molto importante l’impostazione che si dà all’inizio di una riforma e quella fiscale non mi pare sia partita con il piede giusto. Oggi in piazza è sceso quel Paese che ha il disagio più rilevante e che durante i mesi più difficili del lockdown ha garantito di poter mandare avanti il nostro sistema di produzione e di servizi. È merito di questi lavoratori se la ripartenza in Italia è più robusta che negli altri Paesi. Un bilancio positivo dello sciopero e in linea con le attese, a conferma che quelle poste da Cgil e Uil sono questioni strettamente connesse con la condizione reale dei lavoratori e dei pensionati, in Friuli come nel resto d’Italia».
«Abbiamo manifestato per un’Italia diversa, che guarda ai giovani, che lotta contro l’evasione fiscale; per una riforma fiscale basata sull’equità e la progressività». Lo afferma il segretario regionale della Uil Friuli Venezia Giulia Matteo Zorn che ha partecipato a Milano a una delle cinque manifestazioni nazionali a sostegno dello sciopero generale promosso da Cgil e Uil. In piazza Arco della Pace è arrivata una delegazione di almeno 500, 600 manifestanti dal Friuli Venezia Giulia. «Vogliamo un Paese diverso. Durante la pandemia tutti dicevano che l’Italia non sarebbe stata più la stessa, perché bisognava cambiare e invece non è così: si vuole tornare a un Paese in cui tanti hanno poco e pochi hanno tanto – ha aggiunto -. La Uil chiede equità sociale. Vogliamo un Paese diverso, inclusivo, per i giovani, i pensionati e i lavoratori».
Il segretario nazionale della Uil Bombardieri (di origine friulana), ha attaccato il presidente di Confindustria Bonomi. «Vorrei mandare un messaggio al presidente di Confindustria Bonomi, che ieri si è detto triste per lo sciopero: qui ci sono lavoratori che sono tristi perchè hanno perso il posto il lavoro. Pensi a loro, pensi alle aziende che hanno licenziato», ha detto Bombardieri dal palco della manifestazione in piazza del Popolo a Roma per lo sciopero generale di Cgil e Uil contro la manovra.