La pediatra Da Dalt: «Il vaccino anti-Covid è il vero regalo di Natale per tutti i bambini»
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La direttrice del Dipartimento Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda Ospedale Università di Padova rassicura sulla somministrazione del siero tra i 5 e gli 11 anni. Aumentano i ricoveri in ospedale, nell’ultima settimana sono stati 7
PADOVA. «Vaccinare il proprio bambino è il più bel regalo di Natale che gli si possa fare». Non ha dubbi a riguardo la professoressa Liviana Da Dalt, direttore del Dipartimento Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda Ospedale Università di Padova. Quando parla della possibilità, finalmente, di vaccinare contro il Covid i bambini tra i 5 e gli 11 anni si illumina. Lei, che nel suo reparto vede tutti i giorni quello che provoca nei più piccoli questo virus subdolo, promuove fermamente quella che ad oggi è l’unica possibilità per ricominciare a vivere.
Professoressa Da Dalt, perché vaccinare un bambino tra i 5 e gli 11 anni?
«Per metterlo in condizione di sicurezza, per prevenire questa malattia e soprattutto per restituirgli la normalità della sua vita».
Sono sicuri questi vaccini?
Questi vaccini sono stati studiati e messi in commercio dopo l’approvazione degli enti regolatori, Ema e Aifa. Sono vaccini sicuri, in cui le reazioni finora descritte sono dolore al braccio, un po’ di febbre o stanchezza. Tutte cose che si risolvono in qualche giorno».
Nel mondo tanti bambini sono già stati vaccinati contro questo virus?
«Più di quattro milioni di bambini sono già stati vaccinati negli Stati Uniti, in Israele e in Canada. Le vaccinazioni anche nel post-marketing sono soggette a controlli e ad oggi non abbiamo riportato reazioni avverse importanti. Abbiamo elementi di efficacia nella prevenzione della malattia e delle sue complicanze e di sicurezza in termini di effetti collaterali»
In più c’è il beneficio di ridare la normalità ai bambini, giusto?
«Questo aspetto non è secondario. Le restrizioni che la pandemia ha imposto hanno tenuto lontano i bambini dalla vita sociale, la scuola, i compagni, l’attività sportiva, cose importantissime per uno sviluppo armonico della personalità, per comprendere le regole sociali. Noi dobbiamo restituire ai bambini la normalità e non solo l’assenza di malattia»
I contagi sono in crescita continua, anche i ricoveri?
«Sono tantissimi i casi di Covid di bambini nell’ultimo mese, soprattutto nella fascia di età 6-11 anni. Stiamo vedendo anche un aumento delle ospedalizzazioni. Soltanto in quest’ultima settimana abbiamo avuto 7 bambini ricoverati, un numero che di fatto abbiamo avuto pochissime volte nel corso dell’intera pandemia».
Che età hanno i bambini che ricoverate?
«Un’età variabile. Ci sono bambini molto piccoli, che sono particolarmente disturbati dai sintomi, ma anche bambini più grandi, a rischio di avere una forma grave, per esempio bambini obesi o con malattie croniche. L’ultima settimana abbiamo avuto contemporaneamente un neonato di 5 giorni e un bambino di 12 anni»
A spaventare i genitori è poi la Mis-C, è davvero così pericolosa?
«È una complicanza che insorge a 30-40 giorni dall’infezione ed è sempre grave. Tutti i bambini che hanno questa malattia hanno una sintomatologia molto importante. La Mis-C è una malattia infiammatoria, che probabilmente dipende da una predisposizione genetica del bambino, che riguarda tutti gli organi, dalla cute, agli occhi, ai linfonodi, all’apparato intestinale, ma l’organo più critico è il cuore. Il 30 –40% di questi bambini all’esordio richiede un supporto intensivo per il problema cardiaco. Fortunatamente la complicanza interessa pochi bambini, 1 su 500, soprattutto tra gli 8-9 anni. Per questo, ribadisco, è così importante il vaccino»