Ivrea. Carnevale nelle scuole con i bambini «Puntiamo su iniziative per i più piccoli»
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Il presidente della Fondazione Gillardi: «Non potrà esserci la festa nelle classi, ma vogliamo proporre progetti»
IVREA
Il primo appello lo ha lanciato la Mugnaia Paola Gregorutti Paonessa all’indomani della decisione relativa all’annullamento del Carnevale 2022: «Pensiamo ai bambini, in attesa di ridare loro il Carnevale “vero”: facciamo in modo di mantenere viva in loro la fiammella dell’amore per la nostra festa». Un appello totalmente condiviso dai vertici di Fondazione: «Sicuramente ci piacerebbe fare qualcosa per i più piccoli – conferma il presidente Piero Gillardi – anche se al momento non sappiamo ancora se e cosa potremo fare. Stiamo ragionando in mille direzioni, ma oggi non possiamo ancora prendere decisioni o fare promesse, perché non sappiamo quali saranno gli spazi di manovra che ci consentiranno normative e burocrazia. Indubbiamente, però, è fondamentale che lo spirito del Carnevale pervada, in qualche modo, le classi: non ci potranno essere le iniziative canoniche che portavano la festa “dentro” le scuole, ma puntiamo a condividere momenti di testimonianza e ricordi che possano far sentire la festa ai bambini anche in questo secondo anno senza Carnevale».
Le scuole, attualmente impegnate nelle iniziative natalizie, sono già pronte a cambiare registro ed entrare in “modalità Carnevale” al ritorno dalle vacanze: «Già lo scorso anno per i nostri bambini il Carnevale, in un certo senso, c’è stato comunque – racconta Franca Zoppo, insegnante della scuola primaria di Sant’Antonio -: abbiamo fatto un laboratorio molto coinvolgente con l’artista Eugenio Pacchioli e con lui abbiamo creato il nostro piccolo carro da getto. Ognuno dei bimbi ha poi disegnato la propria maglietta con i colori della squadra del cuore, fino ad arrivare al momento più catartico, la battaglia delle arance, ovviamente di carta, del Giovedì grasso. Speriamo di riproporre qualcosa di analogo anche nei prossimi mesi. Nella nostra quotidianità il Carnevale è presente, cantiamo tutti i giorni la canzone e non è raro che, quando di frutta c’è un’arancia, qualche piccolo chiuda gli occhi sussurrando “Ah… profumo di Carnevale!”. Una festa, la nostra, che ha mille valenze, anche educative: come il capire che si possono indossare colori diversi ma essere tutti amici. Ci mancano la visita di Generale e Pifferi, ma in attesa di tornare a vivere quella festa, la racconteremo e la ricorderemo». A Franca Zoppo fa eco Miriam Meli, che insegna a Torre Balfredo, ma è stata soprattutto Mugnaia nel 1994: «Nella frazione il Carnevale è sentito, perché fino al 2020 si svolgeva quello dei bambini, molto coinvolgente e legato a quello della città, con tutti i ruoli interpretati, appunto, da mini-personaggi. Io e le mie colleghe abbiamo fatto e faremo quest’anno tutto il possibile per coltivare quel dna che i nostri bimbi hanno per tradizione. Nei giorni di Carnevale, trasferisco a scuola i cimeli più cari: il mio abito da Mugnaia, la divisa da Ufficiale di mio papà Amerigo e tanti altri ricordi. Ed è sorprendente scoprire che, quando il discorso scivola sui temi carnevaleschi, fra noi adulti e i piccoli “si parla la stessa lingua”. Quest’anno avremo un nuovo e importante strumento da utilizzare, il libri “Scarpette frigie” realizzato dall’associazione “Violetta la forza delle donne”, che unisce il tema del Carnevale a quello della lotta alla violenza domestica. E poi… faremo tutto il possibile per far capire e conoscere ai bimbi ciò che tutti speriamo di poter tornare a vivere al più presto». —
Federico Bona