File fra strade e negozi per gli ultimi acquisti: l’ora dei regali low cost, ma per i bimbi si spende
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Ore convulse in centro in vista dei preparativi del cenone della vigilia. Dominano i dolci della tradizione locale e i pensieri a prezzi contenuti
TRIESTE. File alle casse. Code a volte pure all’esterno. Borse cariche di pacchetti regalo da mettere sotto l’albero e di cose da mangiare per imbandire le tavolate. E un viavai continuo nei supermercati. La corsa agli ultimi acquisti di Natale ha dominato ieri il centro: uno scenario che si rinnoverà in parte anche oggi, anche se molti hanno preferito comunque concludere le spese il 23 dicembre, ieri appunto, per potersi dedicare oggi al ritiro dei prodotti freschi, il pesce in primis, e alla preparazione del cenone della vigilia.
Tra i più gettonati quest’anno si confermano i regali legati all’enogastronomia, tanto più se si considera il fatto che molte famiglie trascorreranno le festività in casa, bloccate da quarantene e contagi, o impossibilitate a entrare assieme nei ristoranti se qualche parente è sprovvisto di Green pass.
Se al mattino, ieri, trovare un parcheggio era decisamente difficile, nel pomeriggio è diventato praticamente impossibile, con tanto di rallentamenti alla circolazione là dove le auto risultavano ferme in doppia fila.
Molti avevano già prenotato nei giorni scorsi le scorte. E ieri hanno optato per il “blitz” del ritiro. «Quest’anno abbiamo molte più richieste di panettoni artigianali», spiega Sebastiano Scaggiante di Eppinger: «Al secondo posto ci sono sicuramente i dolci tipici triestini e a seguire il cioccolato, sempre artigianale, magari nelle forme dedicate alle festività».
Trionfo anche per salumi, formaggi, composte, mostarde, «ma anche baccalà – racconta Diego Poropat di Salumai – e più in generale specialità triestine o regionali. Sentiamo però la mancanza dei turisti, che in questo periodo contribuivano, per il 15% circa, agli affari». Anche da Tipicamente Triestino pesa l’assenza dei visitatori in arrivo da fuori città. «Non ci sono, quest’anno purtroppo non li vediamo. Nelle ultime settimane ho parlato in tedesco solo con due persone», racconta una delle socie, Emanuela Guidononi: «Per fortuna i triestini comunque spendono, prendono di solito dei piccoli doni. Artigianato, souvenir da spedire agli amici lontani e poi, soprattutto, prodotti legati all’enogastronomia, come dolci e bottiglie. Cose utili, insomma, come ormai accade da anni».
E anche nei negozi di oggettistica per la casa spopolano così i gadget per cucinare durante le feste. «Il Natale risulta in linea con gli anni scorsi sul fronte degli incassi – dicono Micaela ed Erik Oblak, del negozio Cesca – solo con richieste più specifiche. Ad esempio stiamo vendendo molti mattarelli decorativi e tantissimi stampini per biscotti».
Da Bm Alimentazione, tra via Roma e via San Nicolò, si scorgono code a tratti fuori dalla porta e tante persone di corsa con cesti e scatole pieni di prelibatezze. Davanti a Eataly, prima di entrare, una coppia controlla un depliant: «Faremo una sorpresa ai genitori. Stiamo valutando se regalare una cena speciale qui al ristorante o un corso di cucina. Probabilmente sceglieremo proprio questa seconda opzione, sappiamo che sarà sicuramente un regalo gradito».
Nei negozi titolari e commessi indaffarati fanno fatica a fermarsi per farsi intervistare: «Acquisti sì, tanti effettivamente – precisano in molti – ma spese tutto sommato contenute. Si tratta di piccoli pensieri, soprattutto».
Succede soprattutto tra abbigliamento, accessori e prodotti di bellezza, mentre per i giocattoli «molti non badano a spese – sottolineano da Lupus In Fabula – perché si cercano di accontentare il più possibile almeno i desideri dei più piccoli».
Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè a livello nazionale, per feste e veglioni gli italiani spenderanno in media 206 a testa, e la ricerca conferma che tra i primi posti, in fatto di spese, ci sono cibo, vino e altre specialità. Seguono vestiti e accessori, giocattoli, libri, musica, tecnologia, articoli per la casa e biglietti per eventi.—
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