Visite limitate, tamponi e "patti" scritti con le famiglie: le case di riposo di Pistoia proteggono gli anziani dal virus

PISTOIA. Il Natale degli anziani ospiti delle residenze sanitarie assistenziali non sarà come tutti gli altri. Il coronavirus è un incubo che circola ancora e continua a spaventare. I gestori delle strutture hanno il compito di tutelare la salute dei propri ospiti e scongiurare il rischio che all’interno delle case di riposo possano scoppiare focolai di Covid-19. Le conseguenze, come abbiamo visto nelle prime ondate della pandemia, potrebbero essere devastanti.

Per queste ragioni durante le festività ci sarà una stretta sulle uscite in famiglia e sulle visite dei parenti all’interno delle Rsa. «Le uscite dei nostri ospiti le permettiamo, proviamo a dare per quanto possibile un tono di normalità a queste feste – spiega Massimiliano Vignoli del consorzio sociale Comars, che gestisce le Rsa pubbliche del Villone Puccini a Pistoia (80 posti letto) e Villa Serena a San Marcello (30 posti letto) – facciamo firmare anche ai parenti un documento regionale, il “patto di condivisione del rischio”, in cui si invita a evitare luoghi affollati e assembramenti, avere tutte le precauzioni necessarie, con l’accompagnatore che deve garantire la massima protezione alla persone che abbiamo in carico». Inoltre, «al rientro dell’anziano in struttura intensificheremo gli screening effettuando tamponi nell’arco di dieci giorni, in modo da scongiurare focolai del virus», sottolinea Vignoli.

La Comars permette poi le visite all’interno delle Rsa ma con una precisa regolamentazione: l’incontro durante questo periodo di festività ha un tempo massimo di mezzora (invece che di 45 minuti come dispone una delibera regionale), in modo da programmarne una ventina al giorno, da mettere in caldenario su prenotazione. «Ci vuole grande cautela in questa situazione, inutile dire che siamo preoccupati per l’aumento dei contagi – afferma Vignoli – ai parenti e ai familiari chiediamo comprensione verso queste regole e restrizioni».

Non sarà dunque un Natale facile e così sereno per chi si trova in struttura e per i suoi familiari. «Riteniamo le visite situazioni pericolosissime. Non dobbiamo essere considerati noi i cattivi, ma dobbiamo proteggere la salute delle persone più fragili», dice Maurizio De Scalzi, direttore generale della Fondazione Turati, potenza del settore che in provincia di Pistoia gestisce tre Rsa a Gavinana, sulla Montagna Pistoiese, e altre strutture a Vieste (in Puglia) e a Zagarolo (Roma). Le visite all’interno sono regolate da una delibera della Regione Toscana in vigore da agosto, che fissa il tempo massimo dell’incontro in 45 minuti, e obbliga a osservare tutte le restrizioni possibili, dalla presentazione del green pass all’ingresso all’obbligo di mascherina, dal distanziamento ai percorsi differenti di ingresso e uscita. E c’è sempre un operatore che controlla il rispetto delle prescrizioni.

«Le uscite dalla struttura le riteniamo ancora più pericolose delle visite all’interno, non sappiamo chi possa incontrare l’anziano una volta fuori, non abbiamo alcuna garanzia che vengano rispettate tutte le precauzioni necessarie. Se possibile le uscite non le permettiamo», precisa De Scalzi.

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