Inversione termica e zero gradi a 3.500 metri. In Veneto stagione sci a rischio e pericolo valanghe
I meteorologi: «È l’espansione dell’anticiclone africano». Thiery: «Anomalie calde sempre più decisive sulle fredde»
PADOVA. Cortina: le massime a 17 gradi e le minime a 5. Arabba: le massime a 14 gradi e le minime addirittura a 6. Dove non arriva la pandemia con le sue limitazioni, ci si mette il meteo avverso. Inversione termica e zero termico a 3. 500 metri stanno mettendo in difficoltà la montagna veneta, sia dal punto di vista turistico che della sicurezza. Stagione sciistica e rischio valanghe sono i due incubi che innescano le previsioni meteo di questi giorni. Ecco perché.
La spiegazione
«L’espansione dell’anticiclone africano su gran parte dell’Europa occidentale, inusuale per questo periodo, origina tre fenomeni: temperature superiori alla media in quota, inversione termica e aumento della quota di zero termico», spiega Maria Sansone, meteorologa dell’Arpav.
Per trovare una situazione simile dal punto di vista meteorologico bisogna tornare indietro di qualche anno, al 2015 o al 2016.
«In condizioni normali la temperatura diminuisce all’aumentare della quota, ed è il motivo per cui fa più freddo in montagna che in pianura» continua Sansone. «Con l’inversione termica accade l’esatto contrario: più si sale e più la temperatura aumenta».
Rischio valanghe
Non una situazione ideale, insomma. Soprattutto per quel che può comportare lo scioglimento repentino della neve in quota. I rischi li delinea in modo lucido e puntuale il meteorologo Filippo Thiery, sul portale montagna.tv, il primo sito italiano sul mondo della montagna e dell’alpinismo: «Nelle scorse settimane, dopo le prime significative nevicate di fine novembre–inizio dicembre, su Alpi e Appennini in quota è arrivata la pioggia. Il manto nevoso come conseguenza, oltre ad essersi consumato, risulta particolarmente umidificato. Il rialzo termico dei prossimi giorni aumenterà ancor di più tale umidificazione, con un incremento sensibile della instabilità dei versanti e del pericolo di valanghe anche di grandi dimensioni, sia spontanee che provocate. Senza escludere valanghe di fondo, che generalmente sono tipiche della primavera».
Il confronto
Il confronto con i dati medi della stagione dà la misura dell’eccezionalità del fenomeno. «Per lo zero termico, che è la quota in libera atmosfera al di sopra della quale le temperature sono sempre inferiori a zero, in questo periodo dell’anno il valore tipico è 1500-1700 metri» rivela la meteorologa Sansone. «In questi giorni lo zero termico si raggiunge a valori anche superiori ai 3.500 metri».
Cambiamento climatico
Condizioni tardo primaverili, se non pre-estive, dicono gli esperti. Un’anomalia questa che entra nel novero delle conseguenze dovute al cambiamento climatico. «Dobbiamo però prendere coscienza del fatto che situazioni di questo tipo purtroppo prevarranno sempre di più sulle anomalie di segno opposto» mette in guardia Thiery. «Questo non significa che non ci saranno mai più ondate di freddo e gelo, ma a causa del cambiamento climatico le anomalie calde peseranno sempre di più rispetto alle fredde, saranno sempre più numerose e accentuate».
Stagione sciistica
Il meteo va dunque a pesare ulteriormente su una stagione che avrebbe dovuto essere di ripartenza ma che stenta a decollare, da Nord a Sud, su cui sono state investite speranze e risorse per garantire una piena sicurezza dopo un inverno di stop a causa del Covid.