Varata una nuova legge che rende i processi molto più agili. Pesanti critiche al ministero dell’Edilizia. Il presidente Milanović: «È tutta colpa di Plenković»
ZAGABRIA È stato preso a fischi e a pallate di neve sul sagrato della chiesa di Petrinja, città simbolo devastata dal sisma dello scorso anno nella regione della Banja in Croazia, «vogliamo la ricostruzione», gli hanno urlato dietro mentre lui il primo ministro Andrej Plenković entrava in chiesa seguito dal suo stuolo di ministri e portaborse. Ma nessun abitante di Petrinja li ha seguiti per partecipare alla messa iniziata simbolicamente alle 12.19, ora della terribile scossa di terremoto che ha devastato l’area.
All'inizio della scorsa settimana, erano pervenute più di 41.600 segnalazioni di danni nelle contee di Sisak-Moslavina, Karlovac e Zagabria colpite dal terremoto. Sono state ispezionate 39.600 strutture, di cui 4.800 inagibili e 8.600 temporaneamente inagibili, secondo il sito della Protezione civile croata. Le richieste di ricostruzione pervenute sono più di 17.700. Il premier Plenković non ha certo gradito l’accoglienza a Petrinja e la successiva riunione del consiglio dei ministri è stata descritta da alcune fonti come «bollente». Sul banco degli imputati è finito il ministro dell’Edilizia Darko Horvat al quale, secondo i bene informati, sarebbero stati dati tre mesi di tempo per cambiare la situazione nelle zone terremotate. Fino ad ora è stata messa in piedi una macchina burocratica troppo complessa e a volte contraddittoria. Plenković ha varato una nuova legge in base alla quale le pratiche burocratiche sono state notevolmente ridotte, il che ha accelerato il processo decisionale e l'attuazione. Gli attuali otto moduli sono stati ridotti a tre: ai moduli per la ristrutturazione strutturale o completa, alla rimozione di un edificio, ovvero una casa e alla costruzione di una casa familiare sostitutiva, e alla richiesta di assistenza finanziaria che incoraggia l'autoristrutturazione. I pagamenti, precisano, sono possibili prima, a metà e dopo la ristrutturazione.
Poche ore dopo Plenković, a Petrinja è giunto anche il presidente Zoran Milanović che ha incontrato la gente del posto sia a Sisak che e Petrinja. I residenti di Sisak gli hanno riferito in una conversazione che dovranno vivere in un alloggio temporaneo ancora per molto tempo. A Petrinja, invece, le donne che abitano nei container gli hanno detto che volevano solo la loro casa. Milanović ha risposto loro: «Buona fortuna». Il capo dello Stato ha aggiunto che la ripresa dopo il terremoto è stata lenta, e il problema più grande è stato l'organizzazione e la gestione della crisi. Ha definito Plenković come il maggio responsabile di tutto ciò. Per Milanović sono stati spesi già molti soldi, ma i risultati sono stati poco visibili. Il sindaco di Petrinja Magdalena Komes , dichiara di avere molta fiducia nella nuova legge sulla ricostruzione che partirà in modo deciso a primavera. «Del resto - dice - se non ci ha allontanato la guerra non sarà certo ora il terremoto a mandarci via». —
Ресурсный центр на V Общероссийской конференции «Устойчивое развитие этнокультурного сектора» объединил национально-культурные инициативы из разных регионов России
В Бурятском театре оперы и балета прошел концерт Союза композиторов Бурятии
«Завод имени Дегтярева» подал к фирме брата Максима Галкина иск на 2,1 млн рублей
"Евро-Футбол.Ру": "Спартак" летом хочет приобрести вингера