Tribunale coperto di scritte. La Procura di Venezia contro Pasquale
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Da mesi il conosciuto clochard di piazzale Roma riempie di insulti spray l’ingresso del Tribunale telecamere comprese: contestato il danneggiamento di sistema informatico
VENEZIA. La Procura gioca la carta del danneggiamento di sistema informatico (che, sulla carta, prevede una pena fino a 5 anni di reclusione) per cercare di arginare l’irruenza “graffitara” di Pasquale Aita, conosciutissimo clochard di Piazzale Roma.
Da quando è stato allontanato dallo spiazzo davanti alla Cittadella di Giustizia, sotto la cui tettoia d’ingresso ha per mesi messo su “casa” - decisione presa dopo il pugno in pieno viso rifilato a un giudice civile, che lo aveva ripreso per le sue grida - Pasquale ha preso a imbrattare nottetempo le vetrate, le mura, il marmo dell’ingresso del Tribunale con scritte spray cariche d’insulti contro il procuratore Cherchi, il presidente Zaia, il sindaco Brugnaro, ministri e parlamentari di ogni partito. Che sia lui l’autore non c’è dubbio, perché più volte - a novembre e dicembre - ha consegnato lui stesso le bombolette spray, presentandosi in Questura.
Ogni volta, è dovuta intervenire una squadra Veritas con getti di acqua ad alta pressione e detergenti: costo per uscita, dai 500 ai 1300 euro. E ogni volta, puntualmente, le scritte sono riapparse, con un aumento negli ultimi mesi: anche due volte a settimana. Tempo di ripulire e ritornano: è accaduto anche ieri. A nulla sono valse le denunce e i richiami.
Fino alla decisione del procuratore Cherchi di contestare a Aita non più solo il danneggiamento, ma l’articolo che prevede il più grave reato di danneggiamento di sistema informatico, 635 bis e quater, chiedendo un provvedimento cautelare. E ieri è stato notificato a Pasquale l’ordine - firmato dal presidente dei giudici per le indagini preliminari, Luca Marini - del «divieto di dimora e accesso nell’area urbana di Venezia centro storico, sestieri Santa Croce e San Polo».
In pratica: stare lontano dalla Cittadella della giustizia. Lo farà? E’ in programma l’interrogatorio di garanzia e l’uomo sarà difeso d’ufficio dall’avvocato Zotti.
Conosciuto per i suoi coloriti “comizi al megafono”, contro sindaco e forze dell’ordine, Pasquale Aita era stato anche arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, per aver reagito all’ordine dei carabinieri di allontanarsi da piazzale Roma, nel 2018: il giudice Manduzio lo aveva assolto ritenendo la sua «una reazione istintiva e spontanea all’atto del pubblico ufficiale». Poi è stato un crescendo, con insulti coltello in mano contro i vigilanti all’ingresso del Tribunale. E il diluvio di scritte.