Parrucchieri e green pass: nel Mantovano nessuna fuga dai saloni
Mazzola (Confcommercio): «Bene le nuove norme, l’importante è lavorare» La scritta all’ingresso: suonare e preparare la carta. «Il controllo? Un secondo»
MANTOVA. Messa in piega, colore, taglio e lavaggio? Da giovedì scorso, 20 gennaio, per farsi belli o rinnovare il proprio look dal parrucchiere serve il green pass. Le nuove regole stabilite dall’ultimo Dpcm prevedono il possesso di almeno il green pass base (rilasciato o in seguito alla vaccinazione, o dopo guarigione da Covid-19, o dopo aver effettuato un tampone dall’esito negativo) eseguito nelle precedenti 72 ore nel caso di test molecolare, oppure nelle precedenti 48 ore nel caso di tampone antigenico rapido) per l’accesso ai servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.
«D’accordissimo con queste nuove disposizioni se ci permettono di lavorare, contrariamente a quanto accaduto durante le prime ondate» anticipa subito Massimo Mazzola, titolare del salone “Massimo acconciature unisex” di via Corridoni e presidente del settore bellezza e benessere di Confcommercio Mantova.
Mazzola si era già preparato giorni fa con la pubblicazione di una nota sul suo profilo Facebook, informando la sua clientela che di lì a poco sarebbe stato introdotto l’obbligo del certificato verde per accedere al salone. «Fino a questo momento – spiega – non abbiamo incontrato alcun tipo di problema, sia da parte della clientela sia da parte nostra e non abbiamo avuto riscontri negativi alla richiesta del green pass».
Tutto chiaro e preciso, come riportato dal cartello affisso all’ingresso del salone: «Suonare il campanello per essere accolti e preparare il green pass prima di entrare».
«Controllo semplice e veloce con la nostra app e al momento nessuno inidoneo. La clientela è informata, del resto nei giorni scorsi abbiamo ricevuto parecchie telefonate da parte di persone che chiedevano delucidazioni sulle modalità. Come rappresentante dei parrucchieri mantovani sono contento di questa normativa: sembrava davvero una cosa assurda che per un caffè al bar si chiedesse il green pass e per la permanenza dal parrucchiere anche per più di trenta minuti non fosse previsto».
Mazzola confessa inoltre che nei primi due giorni del nuovo provvedimento non ha avuto un calo di clienti. «Quello che conta è aver introdotto norme chiare che tutelano noi e la nostra clientela. Poi, per controllare temperatura, uso della mascherina e green pass, ci mettiamo un secondo».