L’ultimo saluto a Liliana Resinovich
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Esequie a Sant’Anna in forma strettamente privata. Il marito poserà sulla bara un cappello che la donna indossava spesso
TRIESTE. Nella mattinata di maredì 25 gennaio i parenti e gli amici più stretti daranno l’ultimo saluto a Liliana Resinovich, la sessantatreenne sparita il 14 dicembre scorso e trovata senza vita nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni il 5 gennaio scorso.
Il funerale, che per volere della famiglia si terrà in forma strettamente privata, è fissato per metà mattinata e prevede solo una breve cerimonia di sepoltura nel cimitero di Sant’Anna. Il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, poserà sulla bara un cappello che la moglie indossava in tante occasioni, e poi regalerà a quanti prenderanno parte alle esequie uno dei sassi che la donna raccoglieva e decorava.
Il feretro verrà posto in un loculo al campo 11. La Procura di Trieste, visto che le indagini sono ancora in corso, nel dare il nulla osta per la sepoltura, ha vietato per ora la cremazione. In un secondo momento, quando la Procura lo renderà possibile, rispettando le volontà di Liliana il corpo verrà cremato e le sue ceneri sistemate nella tomba della madre a cui lei era molto legata.
L’indagine fa capo al pubblico ministero Maddalena Chergia, che coordina la Squadra Mobile e la Polizia Scientifica. Dopo quelli dell’autopsia, ora si attendono i risultati dell’esame tossicologico per capire se la donna avesse ingerito qualche sostanza.
Ad oggi ci sono poche certezze: Liliana Resinovich la mattina del 14 dicembre era uscita dalla sua casa di via Verrocchio, nel rione di San Giovanni – l’aveva ripresa una telecamera –, e poi di lei non c’erano state più notizie fino a quel 5 gennaio scorso, il giorno del ritrovamento del corpo.
I risultati dell’esame tossicologico, uniti a quelli dell’autopsia, alle analisi del Dna sui sacchi neri e sui sacchetti di nylon che le avvolgevano il volto, tenendo conto anche dell’incrocio delle celle telefoniche, daranno un orientamento più definito alle indagini. Ad oggi non figurano indagati e resta in campo anche l’ipotesi del suicidio.