Caos guardie mediche, nell’Usl 3 il servizio è arrivato al limite
I dottori delle isole risponderanno alle richieste dei mestrini. «Ora basta, servono assunzioni. Oppure ci dimetteremo»
VENEZIA. Dal primo febbraio, i pazienti mestrini con bisogno della guardia medica, molto probabilmente troveranno assistenza in un dottore veneziano, magari delle isole.
È la toppa messa dall’Usl 3 per tentare di far fronte alla carenza di dottori della continuità assistenziale in terraferma. Adducendo, tra le motivazioni, il minor carico di lavoro registrato ultimamente. «È l’effetto della pandemia. I pazienti continuano a esserci, semplicemente il carico si è spostato sulle telefonate» spiegano le guardie mediche.
Non sono più di tre a turno nel distretto 2, che tiene insieme i territori di Mestre, Favaro, Campalto, Marghera, Zelarino, Quarto D’Altino, Marcon e Portegrandi. Per questo la decisione di deviare ai camici bianchi della Venezia insulare le telefonate provenienti da Mestre. Creando disagi a catena tanto per i pazienti mestrini quanto per quelli veneziani, e per gli stessi medici, che ora minacciano di rassegnare le dimissioni in massa.
Intanto i dirigenti dell’azienda sanitaria sono subissati dalle lettere di protesta dei dottori. Raccontano dei propri pazienti veneziani che sono stati costretti a chiamare il Pronto soccorso, incapaci di trovare libera la linea della continuità assistenziale. Raccontano di avere dovuto indirizzare loro stessi i pazienti al Pronto Soccorso, non essendo in grado di soddisfare le loro richieste, perché bersagliati dalle telefonate. Raccontano di avere dovuto negare prescrizioni e ricette ai pazienti che chiamavano dalla terraferma, non potendoli visitare fisicamente, considerando la distanza.
Enrico Petrele, segretario provinciale della Fimmg per la continuità assistenziale, il 31 gennaio aveva inviato una piccata lettera ai dirigenti dell’Usl 3, criticando le decisioni dell’azienda e diffidandola «dal proseguire su questa sperimentazione». Una diffida che, evidentemente, è stata ignorata dall’azienda sanitaria, che ha attuato la riorganizzazione dal giorno successivo.
E le polemiche corrono, soprattutto tra le isole. Tra le farmacie di Murano, in particolare, è stata attivata una raccolta fondi da parte degli utenti, che chiedono il ripristino del vecchio assetto. Sulla questione è intervenuto anche il consigliere comunale Marco Gasparinetti, che chiede che la questione sia risolta a partire dal capitale umano. «Il sistema si regge sugli uomini e le donne della nostra sanità. Venga implementato il personale in servizio».