Scontro Betori-Papa Francesco: tre nomi per sostituire il cardinale di Firenze. Ecco chi sono i candidati
Il consiglio dei vicari episcopali è stato convocato d'urgenza per decidere il da farsi dopo la "questione" emersa in seguito alla mancata visita del Pontefice in città
FIRENZE. Il consiglio dei vicari episcopali – organo decisionale della diocesi composto dai collaboratori più stretti dell’arcivescovo – è stato convocato d’urgenza nella mattina di venerdì 3 giugno in piazza San Giovanni. Poco si sa di cosa il cardinale Giuseppe Betori abbia detto ai suoi «vice», ma di sicuro nella riunione avrà parlato, tra le altre cose, anche dello scontro avuto con Papa Bergoglio lo scorso 23 maggio nell’auditorium Paolo VI dell’Hilton Rome a causa della presenza di Marco Minniti all’evento organizzato dalla Cei nel febbraio scorso a Firenze.
Presenza, quella dell’ex ministro degli Interni, che pregiudicò la visita del pontefice. Attorno al tavolo, al primo piano del palazzo della Curia fiorentina, c’erano il vicario generale, Giancarlo Corti, il vicario per l’Economia, Marcello Caverni, il vicario per la Pastorale, Giovanni Paccosi, quello per il servizio della Carità, Marco Domenico Viola e il moderatore della Curia, Wieslaw Olfier. Secondo i ben informati, il cardinale finito nell’occhio del ciclone potrebbe aver annunciato anche la sua partenza, che però dovrà essere poi ufficializzata nel Consiglio presbiteriale dell’arcidiocesi. Ma per ora dal Vaticano non si hanno notizie di un’imminente sostituzione di Giuseppe Betori, che a febbraio ha compiuto 75 anni e dunque per il diritto canonico dovrebbe già essere in pensione.
Il Santo Padre per ora avrebbe ritenuto di prorogare la permanenza del cardinale sulla cattedra di San Zanobi per qualche altro mese (come si dice nel gergo ecclesiale, donec provideatur alite», finché non si provvederà altrimenti), fino a quando non avrà deciso chi dovrà sostituirlo. «Betori fino agli 80 anni sarà un grande elettore – il ragionamento di un funzionario della Curia romana – e in caso di elezione pontificia non si esclude che possa fare da capofila al gruppo degli scontenti. Ovvero, di quelli messi all’angolo da Francesco, stufi di essere estromessi da incarichi e prebende. L’arcivescovo di Firenze non ha nulla da perdere e il timore che possa aiutare un “curiale” ad essere eletto Papa, è reale. Insomma, potrebbe creare qualche problema. Per questo alla Cei, e in particolare il presidente Matteo Maria Zuppi, starebbe cercando di ricucire i rapporti».
Ma Bergoglio, a cui non interessano i giochi che vengono fatti nei palazzi del potere vaticano, pare sia irremovibile e si starebbe già muovendo per mettere a riposo Giuseppe Betori. Sarebbero tre i nomi su si starebbe lavorando. In pole ci sarebbe l’ex vicario generale della diocesi di Firenze Andrea Bellandi, attuale arcivescovo di Salerno e primate del Regno di Napoli. Un ciellino moderato che pare piaccia anche a Francesco. Il secondo nome è quello di Augusto Paolo Lojudice, un prete di strada, come quelli che tanto piacciono al successore di Pietro, nominato arcivescovo di Siena («Ma Lojudice starebbe lavorando per tornare a Roma», dice chi lo conosce). E infine c’è il giovanissimo Andrea Migliavacca, pavese, 55 anni, vescovo di San Miniato dal 2015 e con una buona esperienza nella Cei. Infine, il «caso» della ramanzina a Betori, sollevato dal Tirreno, arriverà in Consiglio comunale. Sarà Dimitrij Palagi, di Sinistra Progetto Comune, a presentare una domanda di attualità alla giunta Nardella: «Avevamo sollevato la questione ma ci era stato risposto che volevamo strumentalizzare».