Piove di Sacco, il finanziere “talpa” salda il conto alle Fiamme gialle pagando 4 mila euro
Era stato condannato nel marzo del 2020 per accesso abusivo aggravato alla banca dati Sdi e rivelazione del segreto d’ufficio
PIOVE DI SACCO. Doveva inizialmente alla Guardia di Finanza oltre 13 mila euro ma grazie al rito abbreviato chiude il contenzioso con 4 mila euro. La Sezione giurisdizionale del Veneto della Corte dei Conti ha dichiarato, in via definitiva, estinto il giudizio di responsabilità amministrativa promosso nei confronti di Michele Scioli, il finanziere di 52 anni condannato nel marzo del 2020 per accesso abusivo aggravato alla banca dati Sdi e rivelazione del segreto d’ufficio.
All’appuntato padovano, nell’ambito della più ampia inchiesta sulle vicende del gioielliere piovese Ivone Sartori, era stata inflitta in via definita una pena di un anno e mezzo con la sospensione condizionale.
La “talpa” di Sartori, come era stato soprannominato Scioli nell’ambito delle indagini, aveva fornito una serie di informazioni riservate al gioielliere circa l’andamento delle indagini e i dati presenti nel sistema dove confluiscono tutte le informazioni acquisite dalle forze di polizia nel corso di attività amministrative e di prevenzione o repressione dei reati.
A seguito della condanna, divenuta definitiva dopo il rigetto del ricorso per cassazione proposto dal militare, la Procura regionale della Corte dei Conti aveva chiesto a Scioli la somma di 13.104,23 euro a favore della Guardia di Finanza quale risarcimento per il danno indiretto subito dalle Fiamme Gialle a seguito della condanna penale di un proprio appartenete.
Scioli, lo scorso febbraio, aveva fatto richiesta di rito abbreviato, ai sensi dell’art. 130 del Codice di giustizia contabile, proponendo il pagamento del 30% della quota di danno a lui contestato.
Il pagamento immediato dei 4 mila euro, l’avere soddisfatto il principio “dell’incameramento certo ed immediato di somme risarcitorie all’erario” e l’avere evitato procedure giuridiche più complesse e onerose, alla fine ha portato i magistrati contabili a chiudere definitivamente la partita e a compensare le spese. Alessandro Cesarato