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Июнь
2022

A processo per maltrattamenti agli alunni, docenti e preside assolti: «Incubo finito»

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A processo per maltrattamenti agli alunni, docenti e preside assolti: «Incubo finito»

Montagnana, due insegnanti di danza e la dirigente scolastica accusati da tre famiglie, ma per il giudice «i fatti non sussistono»

MONTAGNANA. Per tre anni hanno vissuto con un’accusa pesantissima e infamante sulle spalle: aver maltrattato dei minori e aver volutamente nascosto episodi così gravi. Denunce, sguardi di condanna, malelingue, il rinvio a giudizio, spese legali e tanto tempo perso. Qualche giorno fa, però, ecco la fine di una brutta pagina di vita in Tribunale a Rovigo: l’assoluzione con formula piena perché i fatti non sussistono. A chiudere questo delicato capitolo sono stati Claudio Picello e Micaela Rossin, esperti docenti di danza, e la dirigente scolastica Lorella Goldin. I primi, coniugi di 60 e 55 anni di Montagnana, sono titolari della scuola Koros Danza della città murata; la Goldin, 60 anni di Ospedaletto Euganeo, è dirigente dell’istituto Chinaglia di Montagnana.

GOLDIN

LE ACCUSE

Tutto ha inizio tra fine settembre e inizio ottobre 2018: Picello e Rossin stanno tenendo un corso di danza in una classe della media Chinaglia grazie a una speciale convenzione stipulata con la scuola. Ci sono quattro lezioni in programma, la prima e l’ultima con l’assistenza del professore di ginnastica. Gran parte della classe – perlopiù composta da maschi – non risponde nel migliore dei modi all’attività e non nasconde la poca tolleranza: tre studenti, in particolare, ricambiano con atteggiamenti insolenti e di scherno, di beffa e persino di sfida al lavoro degli istruttori, tanto che gli stessi sono costretti a chiedere più volte l’aiuto della dirigente scolastica. Alla terza lezione arriva l’episodio che dà il via alla bega giudiziaria: uno dei tre alunni – è l’1 ottobre 2018 – confida alla madre di essere stato picchiato da Picello e Rossin. Preso per i capelli, strattonato, insultato. Dice inoltre di aver visto che anche gli altri compagni subivano lo stesso trattamento, in più occasioni. «Il ragazzino ha persino dichiarato che un amico era stato preso per i capelli da Picello e alzato da terra venti centimetri», spiega l’avvocato Marco Destro, chiamato poi a difendere la coppia. Fatto sta che le famiglie dei tre ragazzini iniziano una importante forma di pressione nei confronti della scuola, e in particolare verso la preside, domandando che si andasse a fondo della questione. La dirigente decide di sentire di persona i genitori, i professori e gli insegnanti di danza, organizzando anche un “circle time” (un cerchio) tra i ragazzi della classe per approfondire la questione. Dall’indagine della Goldin emerge che quei fatti denunciati non si sono mai verificati. Le famiglie dei tre ragazzi non sono soddisfatte della risposta della preside e decidono così di sporgere denuncia ai carabinieri: le indagini formali prendono il via. Tra le altre cose, il 17 maggio 2019 vengono sentiti in incidenti probatorio i tre minori, i quali confermano gli avvenimenti.

SI VA A PROCESSO

In seguito, prende avvio il processo che vede i due docenti rinviati a giudizio per maltrattamenti e la dirigente (difesa dall’avvocato Alberto Balbo del foro di Verona) per rifiuto di atti d’ufficio. Se infatti ai primi sono contestate condotte gravissime (tali da costringere i ragazzi, si legge nel dispositivo di rinvio a giudizio, a «recarsi a scuola in uno stato di soggezione per la paura di essere puniti»), la Goldin è accusata di un comportamento omissivo, di non essere intervenuta alle sollecitazioni delle famiglie, di aver ridimensionato i fatti escludendo le responsabilità dei docenti e di non aver di fatto compiuto una seria attività di indagine interna. Nel corso del processo vengono sentiti anche i professori della classe e alcuni alunni. «È emersa l’insussistenza delle accuse» spiega l’avvocato Destro «È risultato che Picello ha unicamente richiamato verbalmente gli alunni e ha preso per la maglietta uno di questi, poi scivolato a terra. L’accusa di violenza non poteva nemmeno essere credibile perché all’imputato mancano le dita di una mano. Ma la cosa più grave emersa è il comportamento di questi ragazzi, ben oltre la maleducazione. Sono risultati atteggiamenti violenti e provocatori, incompatibili con una sana educazione».

L’ASSOLUZIONE

Docenti e preside sono stati assolti con formula piena. Sottolinea l’avvocato: «La madre che ha fatto la prima denuncia non si è nemmeno presentata al processo. È risultato che suo figlio aveva commesso altri gravi fatti: il più grave, un furto di orologio a un altro alunno, per cui era stato costretto a risarcire il danno. A febbraio il ragazzo ha cambiato istituto». Chiude amaramente il legale: «Quanto accaduto è stato un indegno attacco all’istituzione scolastica. Nella società attuale c’è un enorme problema di eduzione e formazioni dei ragazzi: la vicenda è stata profondamente diseducativa per i minorenni coinvolti».




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