Perse la mano in un incidente in azienda durante lo stage scolastico, gli ispettori: «Macchinario per lavoratori esperti»
Tre gli imputati per l’infortunio alla “Emmebi” di Pavia di Udine. Lo studente risarcito rinuncia alla costituzione di parte civile
UDINE. «La fresatrice è una macchina delicata e va messa nelle mani di una persona esperta». L’ispettore dell’Azienda sanitaria cui la Procura di Udine incaricò di accertare se e a chi dovesse essere contestata la responsabilità penale dell’infortunio che, il 9 maggio 2018, causò la perdita della mano destra a Kristi, studente dell’istituto salesiano “Bearzi”, all’epoca 15enne, al penultimo giorno di stage alla “Emmebi srl” di Pavia di Udine, lo ha ripetuto più di una volta, mercoledì 15 giugno, in tribunale a Udine.
Anche perché è proprio attorno al malfunzionamento di quel macchinario che il pm Claudia Finocchiaro aveva formulato poi il capo d’imputazione a carico di Alberto Mauro, 49 anni, di Manzano, consigliere delegato della società, di Simone Del Torre, 47, di Campoformido, che del progetto formativo di quello studente era stato il tutor, e di Pierluigi Cardelli, 51, di Basaldella, dipendente della società addetto appunto alla fresatrice. Celebrato davanti al giudice monocratico Mauro Qualizza, il processo è passato ieri attraverso l’audizione di due testi.
All’inizio dell’udienza, l’avvocato Andrea Della Rosa, che segue il ragazzo, ha formalizzato la rinuncia alla costituzione di parte civile, essendo nel frattempo stato perfezionato stragiudizialmente con l’azienda il risarcimento del danno tanto a lui, quanto alla sua famiglia. La decisione ha automaticamente escluso dal procedimento l’azienda, che la stessa parte civile aveva chiesto fosse ammessa quale responsabile civile. Tre, quindi, i profili di responsabilità individuati dagli investigatori.
A Mauro, difeso dall’avvocato Luca Francescon, si contesta innanzitutto di non avere garantito «attraverso un’idonea manutenzione, l’efficienza del riparo mobile installato sulla fresatrice».
E questo, perché «non era funzionante e non era stato riparato – precisa il pm – il dispositivo di interblocco che avrebbe dovuto determinare l’arresto della fresatrice in caso di apertura del riparo o impedirne l’avviamento nel caso in cui il riparo non fosse in posizione di chiusura». Circostanza confermata da un ex dipendente che, ieri, ha ricordato come anche quattro mesi prima, quando cessò di lavorare alla Emmebi, l’interruttore non funzionasse.
Sua, in tesi accusatoria, anche la colpa di averne consentito l’utilizzo a uno studente in fase di formazione e di non avere valutato i rischi legati alla presenza nello stabilimento di allievi di scuole tecniche e professionali. Difesi dall’avvocato Arianna Furfari, Del Torre è chiamato a rispondere di presunta mancata vigilanza sul corretto utilizzo delle attrezzature e dei dispositivi di protezione aziendale, in particolare dei guanti indossati da Kristi, e Cardelli di averlo indotto ad adoperare la fresatrice senza posizionare correttamente lo schermo di protezione di cui era dotata. Il processo è stato rinviato al 14 settembre per sentire i testi della difesa.