I militanti avvertono Salvini: “Non è il momento di una crisi”
INVIATO A CARONNO (VARESE). «Mercoledì voterete la fiducia al governo Draghi? Mercoledì faremo quello che serve all’Italia». La prima uscita pubblica di Matteo Salvini dopo l’annuncio delle dimissioni del presidente del Consiglio non è certo un bagno di folla. Ad aspettarlo sfidando asfalto bollente e zanzare a Caronno Varesino ci sono decine di ragazzini in cerca di un selfie, amministratori locali, consiglieri regionali, parlamentari e alcuni storici militanti, ma quasi la metà delle panche e delle sedie di plastica «verde Padania» restano vuote.
Che il segretario della Lega voglia rimanere fedele alla consegna del silenzio concordata con Forza Italia è chiaro fin da quando compare sul piazzale con i gazebo e con i manifesti con la scritta «Innamorati della libertà»: prima si fionda in cucina a salutare le signore impegnate dietro ai fornelli, poi si siede in mezzo ai sindaci leghisti della provincia di Varese e ordina costine e fagioli. «L’effetto pieno che speravamo non c’è stato», si lascia sfuggire un senatore leghista, cercando di interpretare i pensieri di Salvini che sembra guardarsi intorno contando i presenti. A sorpresa arriva anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana. Anche lui preferisce schivare microfoni e telecamere che lo interrogano su quello che sta succedendo: «Bisogna aspettare che parli Draghi, poi vediamo. I Cinque Stelle? Non meritano più la nostra fiducia, ma non sono io quello che deve decidere».
I dirigenti lombardi del partito, seduti a davanti a una birra, fanno i calcoli sulla data delle eventuali elezioni in autunno e sulle scadenze per la presentazione delle liste. Puri esercizi teorici per il momento, ma è chiaro che qualcuno sta cominciando a immaginare una campagna elettorale a fine estate. Lo stesso Salvini, quando prende il microfono per salutare «la grande Lega di Caronno» prima di scappare a stringere altre mani e a scattare altri selfie ad Arcisate, venti chilometri più a Nord verso il lago di Lugano, sembra quasi fare le prove generali di un comizio. Va dritto all’attacco di Pd e Cinque Stelle, gettando su di loro la croce della crisi. E lasciando poco spazio ad eventuali ripensamenti dalle parti di Giuseppe Conte. «È stata una settimana fuori dal mondo, grazie all’accoppiata M5s-Pd - dice Salvini -. La Lega, da un anno e mezzo, è una forza di governo leale, generosa e responsabile, per la quale il bene dei cittadini viene prima di tutto. Questa settimana abbiamo cominciato col Pd che porta alla Camera una legge sulla cittadinanza facile e una sulla droga libera che mai la Lega approverà. Poi, mercoledì in Senato i 5 Stelle tolgono la fiducia al governo. Assolutamente irresponsabili loro e i loro alleati del Pd. La Lega farà il bene dell'Italia anche perché con certa gente che cambia idea dalla sera alla mattina è difficile costruire qualcosa».
I leghisti di Varese applaudono. Ma molti sembrano soprattutto preoccupati. «I Cinque Stelle non mi sono mai piaciuti e le loro misure come il reddito di cittadinanza ancora meno, tutte stupidate - si sfoga Mario De Micheli, ex sindaco e segretario cittadino del partito, t-shirt bianca con la scritta “Carònn” sulla schiena e simbolo della Lega davanti al cuore -. Questo non è il momento giusto per una crisi. Siamo in mezzo a una guerra e a una pandemia. Ho fatto per una vita il commerciante di frutta e verdura e già oggi non lavoro più come prima. Cosa succederà in autunno? Spero che si possa rivedere il tutto e che Draghi possa continuare a governare con la Lega». Anche Pietro e Andreina, addetti rispettivamente alle salamelle e alla patatine fritte, fanno il tifo perchè il governo vada avanti: «Andare a votare? Lasciamo piuttosto che Draghi metta a posto un po’ di problemi. Sennò fra sei mesi saremo messi davvero male. A Matteo abbiamo detto di pensare agli italiani». Lo dice anche lui. Mercoledì, forse, si capirà anche cosa intende.