Truffò l’erario, il trevigiano Michele Mazzon condannato a un anno e 5 mesi
TREVISO. E dopo il patteggiamento sono arrivate anche le condanne penali per le evasioni fiscali non saldate, per quel vortice di danari sottratti all’Erario attraverso una maxi-frode e false fatture - è l’accusa mossa dalla pm Elisabetta Spigarelli - nel mondo dell’allestimento di fiere ed eventi.
Quello nel quale operava il sandonatese di nascita, impresa a Noventa di Piave e casa a Treviso, Michele Mazzon: dopo il patteggiamento per frode raggiunto dal suo avvocato difensore Renato Alberini con la Procura (per una pena di 4 anni 8 mesi e 20 giorni), ieri si è aggiunta la condanna a un anno, 5 mesi e 20 giorni, con rito abbreviato, per l’evasione fiscale non saldata. E alla confisca dei 14 milioni di euro decisi con il patteggiamento, si aggiungono così ora altri 2,8 milioni.
Così ha deciso ieri la giudice per le udienze preliminari Claudia Gualtieri nei confronti di Michele Mazzon, considerato il capo dell’organizzazione.
«Soldi che non ha», commenta l’avvocato Alberini, «ricorreremo in appello per una riunificazione del patteggiamento».
Assolto perché il fatto non costituisce reato, invece, dalle accuse fiscali il fratello Stefano Mazzon (che per le truffa ha già patteggiato 3 anni e 10 mesi di reclusione, difeso dall’avvocata Barbara Longato).
Si è invece aggiunta una condanna a un anno e 1 mese di reclusione per i reati fiscali (oltre al patteggiamento già concordato dal difensore Renzo Fogliata), per il commercialista del gruppo Domenico Mercurio.
Si chiude così il “primo tempo” dei processi per la maxi frode con bancarotta contestata dalla pm Spigarelli, (sulla base delle indagini della Guardia di finanza) ai due fratelli imprenditori di Noventa, Michele e Stefano Mazzon e al loro commercialista leccese, con contesto di 34 imputati ritenuti in gran parte teste di legno.
La Procura li accusava di aver utilizzato 23 milioni di false fatture emesse da “cartiere”.
Con altri - giudicati a parte - sono accusati di aver dato vita a un’associazione per delinquere «finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di emissione e utilizzo di false fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, omesso versamento delle imposte, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio».ROBERTA DE ROSSI