Tremila locazioni turistiche abusive a Venezia. «La Finanza e il Comune puniscano i responsabili»
VENEZIA. A Venezia le locazioni turistiche abusive sarebbero tremila e trecento, quasi il 40% del totale. E’ sempre più incandescente la polemica tra i proprietari di alloggi turistici, un arcipelago dalle tinte grigie, e la potente lobby degli albergatori.
L’innesco è della neonata associazione «Bre-Ve», che riunisce i proprietari di alloggi turistici, è di quelli destinati a far rumore: contrarissimi all’emendamento Pellicani che introduce per la prima volta la possibilità di regolamentare il turismo degli affitti brevi, ritengono che gli albergatori pretendano il monopolio della ricettività. E respingono l’idea di essere parte del problema dell’emorragia di residenti del centro storico.
«L’associazione stima che nella città storica di Venezia siano attive 3.352 locazioni abusive. Su questo dato chiediamo chiarezza al sindaco, alla prefettura e alla Guardia di Finanza» spiega la nota diffusa ieri pomeriggio dalla presidente Olimpia Scappini e dalla portavoce Elena Fiorani. Una stima, spiega l’associazione Ve-Bre, data dal confronto tra « informazioni dei media - 8700 alloggi - e dai numeri divulgati dal Comune: pertanto riteniamo che in queste discrepanze ci sia tutto l’abusivismo che le forze dell’ordine e le autorità comunali e nazionali devono contrastare».
Coglie la palla al balzo il deputato dem Nicola Pellicani: «I dati, di cui non conosco l’attendibilità, non fanno che confermare che siamo di fronte a un fenomeno fuori controllo che va regolamento esattamente come tutte le altre attività. Ma regolamentare non significa penalizzare. Si sta facendo una narrazione che non corrisponde alla realtà. Non scatterà alcun divieto».
Non si fa attendere la risposta dell’Ava, la più importante associazione degli albergatori veneziani (430 strutture iscritte): «Se l’associazione dei proprietari di alloggi turistici stima con questa precisione l’abusivismo è bene che si rivolga alla Guardia di Finanza» sottolinea il direttore Claudio Scarpa, che tuttavia esprime qualche dubbio sull’attendibilità.
«Se fosse, parliamo di dodicimila posti letto invisibili: mi sembra un dato un po’ eccessivo. Comunque sia, l’emendamento Pellicani ci mette nelle condizioni di sederci attorno a un tavolo e trovare una sintesi tra i vari interessi. Fossi il sindaco, chiamerei tutti per trovare una mediazione». Esattamente ciò che auspica il parlamentare: «Ora il Comune dovrà avviare un confronto aperto con l’obiettivo di redigere un regolamento che punti a fermare la speculazione e tutelare chi affitta una sola unità integrando il reddito, rilanciando lo spirito originario della sharing economy. Un modo innovativo di fare turismo che va salvaguardato».
La tensione però sembra destinata a non spegnersi: lunedì pomeriggio (ore 18,30, campo Santa Maria Formosa) i circoli Pd hanno promosso un incontro pubblico sul tema, proprio con Pellicani. Un appuntamento che rischia di trasformarsi in un ring, perchè Abbav, Agata, Bre-Ve, Confedilizia hanno promosso la partecipazione per far sentire le loro ragioni contro chi vuole «portare alla rovina noi e le nostre famiglie».