Casi Covid in risalita a Treviso:«Geriatria ora soffre, serve subito un piano»
TREVISO. Geriatria in sofferenza a causa dei pazienti Covid ricoverati e della mancanza di personale. A segnalarlo la Cgil di Treviso che chiede alla direzione dell’Ulss di Marca l’apertura di un tavolo di confronto per definire un protocollo di intervento che sia in grado di garantire la sicurezza di lavoratori e utenti vista la ripresa del virus.
UN PIANO
«Serve un piano di azione, la Geriatria scoppia con 48 letti sempre occupati più una decina di letti bis, e ora c’è una buona percentuale di ricoverati positivi. Il personale è sottodimensionato, specie nei turni mattutini sono presenti 6 operatori a fronte degli 8 previsti. Se già adesso le difficoltà sono così evidenti, cosa succederà in autunno? Visto quanto accaduto nel 2020 con il focolaio Covid scoppiato proprio in Geriatria a Treviso, la situazione va affrontata aprendo subito un confronto» propone Marta Casarin, segretaria generale Fp Cgil di Treviso.
IL PUNTO
L’aumento dei contagi ha infatti portato l’azienda sanitaria trevigiana ad aprire un’ala Covid nel reparto di Geriatria del Ca’ Foncello, escludendo però il rischio di commistione con i ricoverati non-Covid. «Abbiamo suddiviso la Geriatria in tre “tronconi”, due per i pazienti ordinari e uno per i positivi, così i percorsi sporco-pulito restano assolutamente separati e senza rischi di contaminazione» sottolinea il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi. «Questa è solo l’ultima delle azioni introdotte per rispondere all’incremento dei degenti per contagio» evidenzia la Cgil «il reparto di Malattie infettive è pieno e, per liberare spazio, si è deciso di convertire l’ospedale di comunità in area Covid e di inviare al San Camillo e all’Israa alcuni pazienti che necessitano di un ricovero di sollievo. L’aggiunta di letti bis di appoggio è all’ordine del giorno non solo nel capoluogo ma anche nelle tre Medicine a Vittorio Veneto, mentre le Chirurgie lavorano a “spron battuto”».
IL BOLLETTINO
Nel frattempo, i dati sull’evoluzione della pandemia evidenziano che il picco di questa ondata estiva è nel suo pieno. «Abbiamo 1. 061 positivi su 100. 000 abitanti, il tasso di ricoveri è il 10, 8 su 100.000, anche se il ritmo di crescita prevedo entro pochi giorni si ridurrà» rileva il dg Benazzi. L’ultimo bollettino registra 17. 462 trevigiani positivi al test, di cui 1.705 nell’ultimo giorno.
I RICOVERI
I ricoverati per l’infezione sono 145 di cui 3 in terapia intensiva. Per la sindacalista Casarin: «Si ha la sensazione che non ci sia un piano B e che tutto venga fatto navigando a vista, tra la stanchezza e i timori del personale sempre più “tirato” nei numeri e nelle forze. Per questo occorre al più presto un confronto».
LE DECISIONI
Il direttore Benazzi risponde: «Aspettiamo di superare la metà di luglio, di modo che i contagi scendono, dopodiché convocheremo il tavolo. In ogni caso saranno da prendere decisioni importanti». A preoccupare è la continua mutazione del virus che ha spinto l’autorità sanitaria a incentivare la campagna vaccinale a favore della quarta dose di anti-Covid per tutti i trevigiani che hanno più di sessant’anni e per tutti coloro che hanno più di 12 anni e sono affetti da patologie importanti. Per chi rientra nelle categorie indicate, il richiamo è previsto trascorsi almeno 4 mesi dall’ultima inoculazione.