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Июль
2022

Con le zanzare torna la paura: primo caso di febbre del Nilo a Mantova

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MANTOVA. Ci mancava anche il virus West Nile ad accelerare le preoccupazioni in questa terza estate sotto il segno del Covid. Virus subdolo, quello della febbre del Nilo, trasmesso dalle zanzare comuni che ronzano numerose in Val Padana. È del 15 luglio la notizia di un caso «altamente sospetto» in un paese della Bassa mantovana: un donatore di sangue asintomatico, al quale si è risaliti perché in tutta la provincia era già scattato il primo livello di attenzione e il conseguente screening. Così dopo l’individuazione del virus in un gruppo di zanzare catturate allo scopo. Se confermato, il caso mantovano agli altri due già registrati in tutta Italia: a Padova e Modena.

A raccontare del sistema di sorveglianza, dei sintomi e di quali accortezze adottare è il dirigente medico dell’Unità operativa semplice (Uos) Prevenzione malattie infettive di Ats Val Padana, Luigi Vezzosi. «La presenza del virus nelle zanzare anticipa di qualche settimana i casi umani – riferisce – l’allerta in provincia di Mantova è scattata all’inizio di luglio, su segnalazione della Regione e del nostro dipartimento veterinario».

L’allerta si è quindi tradotta in un’informativa trasmessa il 7 luglio a pediatri, medici di famiglia e di continuità assistenziale (le ex guardie mediche), e anche al personale ospedaliero in servizio nei reparti di pronto soccorso. Una sorta di sollecito a tenere gli occhi aperti di fronte a sintomi associabili al virus West Nile.

Già, ma quali? «L’80% dei casi è asintomatico – risponde Vezzosi – tant’è che spesso è il controllo sulle sacche di sangue donato o su eventuali trapianti a rilevarli. Il 19% sviluppa una sindrome modesta, con febbre, cefalea, nausea, vomito e manifestazioni cutanee, che si risolvono spontaneamente». Le preoccupazioni si concentrano sul restante 1%, che presenta sintomi più gravi e nel quale il virus può avere effetti neurologici permanenti. Solitamente si tratta di persone dalle salute già fragile, minata da altre malattie.

«Oltre alla febbre e alla cefalea, una persona su 150 presenta debolezza muscolare, disorientamento, tremori e disturbi visivi – informa Vezzosi – e una su mille può sviluppare un’encefalite letale». Per questo è fondamentale riuscire a leggere tempestivamente i sintomi, anche perché non esiste un vaccino né una terapia specifica.

L’unica arma è «la prevenzione comportamentale»: non esporre braccia e gambe alla furia delle punture, e, comunque, cospargersi sempre generosamente di prodotti repellenti; meglio vestirsi di chiaro, in modo da individuare con facilità eventuali zanzare in atterraggio; evitare i ristagni d’acqua in balcone; munirsi di zanzariere in casa. Fin qui la dimensione privata, a quella pubblica ci pensa Mantova Ambiente con gli interventi ciclici di disinfestazione. Anche se, per natura, le zanzare sanno essere ostinate. Tanto ostinate.




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