Sfiati notturni alla centrale A2A di Monfalcone, i residenti: “Come dormire con una pentola a pressione che borbotta di continuo”
MONFALCONE Di nuovo notti insonni, di nuovo sfiati improvvisi. Oriana Monti, del comitato Enel, cerca di descrivere il disagio in parole semplici: «È come convivere con una gigantesca pentola a pressione, che borbotta di continuo».
Fenomeno ben noto a quella fetta di quartiere che da anni convive con la centrale termoelettrica, ma che nel periodo di inattività dell’impianto si era assuefatta alla pace, al silenzio. E invece.
«Con il programma di avviamento – spiega Monti per il comitato – sono ripresi gli sfiati delle valvole e così, due giorni fa, dalle 18.30 e ininterrottamente fino alle 8 del giorno seguente, abbiamo dovuto fare i conti con questo disturbo». «Ma è mai possibile – chiede la rappresentante del rione Enel – che non si possa svolgere l’avviamento senza impattare in questo modo sulla popolazione? Noi sappiamo che è invece possibile». Un problema acuitosi in virtù della bella stagione e dell’afa: chi non tiene acceso il climatizzatore dorme con le finestre aperte, ma per il rumore esterno è «impossibile prender sonno». Monti riferisce di aver segnalato la situazione di mercoledì alla Polizia locale e al Comune.
«In effetti – spiega l’assessore alla Sostenibilità ambientale Sabina Cauci – l’azienda correttamente, a inizio settimana, aveva comunicato la riaccensione del gruppo 1, dopo che il 2 è stato spento qualche giorno fa. L’operazione viene ritenuta una prassi e ci è stato confermato che non s’è trattato di un guasto. La centrale è stata in questo lasso accesa e spenta innumerevoli volte, solo che quel giorno ha creato tali disagi. Da due anni, la politica di A2A è di alternare i gruppi: da allora non sono mai contemporaneamente accesi». A ogni modo l’ente ha mandato i vigili e scritto all’azienda per chiedere lumi sul rumore arrecato al rione. Impianti accesi perché Terna richiede energia e la centrale monfalconese è collegata al bacino del Nord; con centrali idroelettriche in difficoltà per via della siccità e quelle alimentate con la portata del Po pure a regimi ridotti per l’abbassamento delle acque del fiume, le strutture invece sul mare, che non comportano analoghi effetti collaterali, risultano strategiche. «Indubbiamente – conclude Cauci, che ha preso contatto informale con un ingegnere di A2A – un episodio spiacevole, ma si è trattato di un “normale” avviamento, non di un guasto».