Lucinico, oltre 700 firme di residenti che chiedono il medico di base
GORIZIA Ha superato, di gran lunga, quota 700 la raccolta-firme lanciata dai lucinichesi che chiedono, con forza, un medico di medicina generale. Dopo i pensionamenti dei dottori Maria Teresa Carbone e Mauro Fontanini, il paese è rimasto infatti privo di assistenza. Più volte, il problema era balzato alla ribalta della cronaca, ma mai era stata trovata opportuna soluzione.
Sull’argomento interviene Adriana Fasiolo, segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Gorizia. È a conoscenza, ovviamente, dell’iniziativa dei cittadini. «Posto - esordisce - che è assolutamente auspicabile che nella popolosa frazione sia inserito quanto prima almeno un medico di medicina generale per dare, in particolare, un servizio di prossimità alle persone anziane o disabili, è anche corretto venga conosciuta da tutti la prassi che prevede l’attribuzione degli incarichi di medicina generale: prassi che è stata espletata nel modo corretto dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina (Asugi) con l’avvallo delle organizzazioni sindacali di categoria, secondo i dettami previsti dall’Accordo collettivo nazionale che dettaglia le modalità di declinazione delle norme contrattuali di inserimento dei medici di medicina generale».
Adriana Fasiolo entra nello specifico e chiarisce come stanno le cose. «Come ho avuto modo di esplicitare alle rappresentanze della cittadinanza e alla farmacista di Lucinico - annota la dottoressa e segretaria provinciale della Fimmg - già il 30 marzo 2022 sono state pubblicate sul bollettino ufficiale numero 13 della Regione due “zone di carenza” di medici di medicina generale per l’Ambito territoriale dei Comuni di Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio e Savogna d’Isonzo, di cui una con vincolo di apertura dello studio a Lucinico. Tradotto in parole più semplici: uno dei due professionisti che accetterà l’incarico dovrà aprire a Lucinico».
I passi corretti sono, pertanto, stati fatti. Da tempo. «Ora - aggiunge la Fimmg - si tratta di attendere. Se, al momento, quell’incarico non è attrattivo, ciò è da ascriversi al fatto che chi, oggi, si inserisce non ha la garanzia fin da subito di un numero di assistiti adeguato e, considerato che i medici son pochi, evidentemente si scelgono opportunità di inserimento più vantaggiose. Con i prossimi pensionamenti si creeranno le condizioni perché anche Lucinico possa avere servizio medico di prossimità. Un problema molto serio e preoccupante quello della carenza di medici, tant’è che in regione, nell’area dell’Udinese in particolare, su più di 100 carenze, solo una decina di medici ha accettato l’incarico. Come tamponare quest’emergenza? Molto difficile, ma ci stiamo pensando», conclude Adriana Fasiolo.