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Июль
2022

Tre collegi alla Camera e circoscrizione unica per il Senato, che succede se si torna al voto? Quanti parlamentari elegge il Fvg?

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UDINE. Carnia e Valcanale, alla Camera, inserite nello stesso collegio di Pordenone con l’Isontino unito a quello di Trieste. Sia che il piano inclinato della crisi porti, come possibile, alle elezioni Politiche tra fine settembre e inizio ottobre, sia che la legislatura arrivi alla sua scadenza naturale, infatti, è ormai assodato che il Friuli Venezia Giulia si troverà a dover affrontare le urne, al pari delle altre regioni, con uno schema elettorale del tutto nuovo e figlio del taglio dei parlamentari e della necessaria ridefinizione degli uninominali.

La situazione attuale

Il via libera, suggellato da referendum confermativo, alla riduzione dei parlamentari ha prodotto, di riflesso, un parallelo taglio di deputati e senatori del Friuli Venezia Giulia. Nel 2018, nel dettaglio, la nostra regione mandò a Roma tredici deputati e otto senatori con il centrodestra che fece la parte del leone.

La prossima volta, indipendentemente da quando i cittadini saranno chiamati alle urne, invece, questo numero di ridurrà fino a, rispettivamente, otto e quattro con un taglio, pertanto, del 40%.

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Il rosatellum

La crisi politica accelera la possibilità che il Paese vada alle urne in autunno e, parallelamente, fa crollare le chance che l’attuale legge elettorale venga abbandonata in favore di nuove regole del gioco. A meno di clamorosi colpi di scena, al momento non all’orizzonte, quindi, si tornerà a votare con il Rosatellum, cioè la legge elettorale che porta il nome del capogruppo del Pd (e attualmente in Italia Viva) nella passata legislatura: Ettore Rosato.

Il Rosatellum, è una legge che produce l’elezione di un terzo dei parlamentari in quota maggioritaria e per i restanti due terzi attraverso un riparto proporzionale a liste bloccate. Concretamente, perciò, a livello nazionale verranno eletti alla Camera 147 deputati attraverso i collegi uninominali, 245 nel proporzionale e otto all’estero, mentre a palazzo Madama entreranno 74 senatori in virtù del riparto maggioritario, 122 grazie a quello plurinominale e quattro sempre utilizzando le circoscrizioni fuori dai confini nazionali.

I collegi in Friuli Venezia Giulia

Il Governo italiano nella definizione dei collegi si è avvalso – come nel 2017 all’epoca dell’esordio del Rosatellum – della proposta di una commissione di undici esperti indipendenti poi fatta propria da palazzo Chigi alla fine del 2020.

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Il decreto legislativo approvato e in vigore stabilisce che il Friuli Venezia Giulia venga suddiviso in tre collegi uninominali alla Camera e in uno unico regionale al Senato con il resto dei parlamentari (cinque a Montecitorio e tre a palazzo Madama) eletti invece in quota proporzionale.

Prendendo come dato di riferimento la popolazione certificata dall’Istat al 1º gennaio 2020, andando oltre, i collegi della Camera dovevano rispettare una media di popolazione pari a 406 mila persone con la possibilità però, garantita dalla legge, di derogare, in difetto oppure in eccesso, fino a un massimo del 20%.

Il corollario del teorema ha quindi portato all’unificazione di circa 50 mila elettori di Carnia, Valcanale e Canal del Ferro assieme all’intera provincia di Pordenone per la creazione di un primo collegio da 366 mila abitanti. Il secondo, invece, è formato dalla restante porzione della provincia di Udine per un totale di 483 mila 482 residenti, mentre il terzo è stato realizzato “fondendo” i territori di Gorizia e Trieste arrivando alla quota di 372 mila elettori.

Il meccanismo di voto

Il Rosatellum favorisce, e anzi stimola, le coalizioni. L’elettore, infatti, ha un unico voto a disposizione da esprimersi soltanto nel collegio. Può votare per il candidato scelto dall’alleanza, cioè, oppure per uno dei partiti che lo sostengono.

Nel primo caso la preferenza viene divisa in parti uguali tra i partiti nel riparto proporzionale (a liste bloccate e dove non si può scegliere il candidato preferito), nel secondo va invece a favore soltanto del movimento prescelto.

La somma dei voti (di candidato e di partito), infine, stabilisce il vincitore del collegio. È facile intuire, dunque, come in quota maggioritaria siano favorite le coalizioni, che possono sommare i voti di più partiti, rispetto a chi si presenta in solitaria.




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