I gesti bianchi di un tennis aristocratico e composto sopravvivono ancora tra i curatissimi prati di Wimbledon, in programma in queste settimane: la tradizione, le regole stringenti, le abitudini tramandate di anno in anno, di decennio in decennio. L’ultimo baluardo conservatore di uno sport che, in realtà, al giorno d’oggi riscrive quotidianamente la sua estetica, sperimentando ibridazioni tra il campo e il lifestyle in una maniera naturale e inarrivabile da parte di qualsiasi altra disciplina.
Il tennis è stato uno dei primi sport a sconfinare nell’abbigliamento casual, con marchi stessi da sempre associati alla racchetta in grado di diventare veri e propri punti di riferimento del leisurewear maschile: questa capacità di accomunare vari codici stilistici è stata un punto di partenza imprescindibile per fondare una nuova estetica del tennis, in grado di contaminarsi con i trend di moda più imperanti del tempo, dallo streetwear al preppy.
La collaborazione tra adidas e Palace, lanciata nel 2018, è stata un punto di svolta: il momento in cui un brand nato e sviluppatosi lontanissimo dai campi da tennis, orgogliosa rappresentazione di una sottocultura come quella skate, ha fondato un nuovo paradigma di cui tenere conto, dimostrando come anche un universo estetico estraneo alla tradizione potesse essere declinato alla perfezione in senso tennistico. La collezione debuttò in occasione proprio di Wimbledon, con alcune star della racchetta come Alexander Zverev scelte per esibire in campo i pezzi nati dalla collaborazione.
Per giocare sull’erba più famosa del mondo c’è un dress code da rispettare. Anche se qualcuno ha provato a fare il furbo, per non parlare di Agassi il ribelle
Rafa Nadal ha fatto ancora una volta la storia a Parigi vincendo un premio faraonico (e altrettanto meritato)
Da allora il tennis ha inglobato la nuova dimensione stilistica sempre con maggior frequenza, arrivando negli ultimi anni a essere la disciplina di riferimento per quei brand che vogliono accostarsi con convinzione allo sportswear. Sono soprattutto marchi emergenti o affermatisi negli ultimi anni a trainare questo processo: tra questi, Rowing Blazers, Kith, MSGM, Brain Dead, Reigning Champ. Valga per tutti il cappello “streetwear”, ma soprattutto la conoscenza di orientare i gusti del nuovo pubblico in una forma trendy e seducente.
Al tempo stesso, ognuna di queste operazioni si è avvalsa della collaborazione di marchi pilastri nella storia del tennis, a dimostrazione di come gli archivi di brand iconici come FILA o Sergio Tacchini possano ritornare di moda anche in una veste inesplorata. L’incontro tra il collettivo creativo Brain Dead, vero e proprio fondamento della cultura skate e post-punk losangelina, e un marchio storico come Sergio Tacchini è uno degli esempi più esplicativi in questo senso, oltre che tra i più recenti: le vecchie tracksuit indossate da campioni della racchetta come John McEnroe e Jimmy Connors ritornano in grafiche psichedeliche e coloratissime, punto di incontro perfetto tra il vintage e le tendenze più moderne.
Collaborazioni che, peraltro, hanno avuto il merito di esplorare ogni tipo di item legato al mondo del tennis, dai pezzi on-court fino agli accessori. Ecco quali sono state le collezioni che, nei tempi più recenti, hanno incarnato al meglio questa nuova era estetica del tennis.