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Июль
2022

La guerra segreta della Nato

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Misteriosi computer forniti dagli americani indicano chi attaccare. Commando addestrati da Usa e Regno Unito e assistiti da basi in Germania «neutralizzano» gli obiettivi. Intanto, la Cia coordina. Così l’Alleanza atlantica sta colpendo in Ucraina.

Il tenente è impegnato su un tablet nero appoggiato sul tetto di una vecchia utilitaria di fabbricazione sovietica. «Usiamo questa, così i droni russi non ci individuano» spiega Serghey, che preferisce non rivelare il cognome. Il suo aiutante riceve gli ordini via radio dal comando della brigata per attivare la batteria di razzi Grad. Il graduato controlla tutti i dati e le coordinate sul misterioso «device» fornito dall’intelligence americana con immagini satellitari e una app che fa accedere alla mappa del campo di battaglia con i bersagli russi da centrare a colpi di razzi. Gli stessi tablet erano stati distribuiti dagli americani ai militari iracheni durante la battaglia per liberare dall’Isis Mosul, in Iraq, e ai curdi durante la conquista di Raqqa, storica «capitale» siriana del Califfato.

Nella lotta allo Stato islamico il computer portatile serviva anche a indirizzare l’appoggio aereo. Nel Donbass, il fronte più duro della guerra in Ucraina, aiuta a migliorare il tiro dell’artiglieria, come la batteria Bm 21 erede dei famigerati «organi di Stalin», o katiuscia, della Seconda guerra mondiale. Quaranta razzi Grad, un diluvio di fuoco, che il tenente Serghey lancia da una radura assolata. Oltre ai tablet, la guerra segreta della Nato in Ucraina prevede i sabotaggi in Russia, le infiltrazioni dietro le linee, i corpi speciali e le cellule di intelligence. Le teste di cuoio del battaglione Shaman sono specializzate negli interventi in zona nemica e negli ultimi mesi hanno agito anche sul territorio della Federazione russa con infiltrazioni segrete che superano la fantasia dei film di 007. Missioni di sabotaggio che colpiscono depositi di munizioni, raffinerie, centrali di comunicazione. Il nome ufficiale è 10° distaccamento delle forze speciali, élite di combattimento dell’intelligence ucraina. Specialisti che sono stati addestrati dagli americani. Alcuni elementi hanno già combattuto al fianco delle unità di commando Usa e britanniche in Afghanistan. Il territorio russo viene bersagliato soprattutto con missili balistici Tochka-U e con droni esplosivi. La città sotto tiro è Belgorod, appena oltre confine, da dove partono i missili Iskander che nell’ultimo mese colpiscono ogni notte Kharkiv, seconda metropoli dell’Ucraina.

L’ultimo attacco, denunciato dai russi, è del 5 luglio e puntava anche alla città di Kursk. Non solo: il generale Dmytro Marchenko, che guida la difesa di Mykolaiv, ultimo bastione prima di Odessa, ha annunciato di voler distruggere il ponte di Kerch. Il fiore all’occhiello di Vladimir Putin che collega Russia e Crimea «sarà l’obiettivo numero uno quando gli ucraini riceveranno le armi necessarie». Le basi della guerra segreta della Nato sono in Germania, Francia. Polonia e Regno Unito. Una cellula creata sul suolo tedesco, che ha raccolto i rappresentanti di 20 nazioni inclusa l’Italia, pianifica l’assistenza militare ai commando ucraini. Compresi gli uomini del battaglione Shaman che operano in Russia. Alla base di Ramstein, un nucleo speciale dell’aeronautica americana chiamato «Lupi grigi» fornisce supporto e aiuta nelle tattiche di combattimento quello che resta dell’aviazione di Kiev.

L’operazione più complessa e segreta riguarda l’invio in sicurezza delle armi occidentali in Ucraina. La Cia non solo ha aumentato gli operativi sul terreno, ma agisce soprattutto da Kiev per fornire dati di intelligence che sostengano gli ucraini sul campo di battaglia o sul mare, come nel caso dell’affondamento della nave ammiraglia russa Moskva. Qualche dozzina di commando inglesi, francesi, canadesi e lituani ha già operato all’interno dell’Ucraina. E come accadde nella battaglia di Mosul contro l’Isis, sono state coinvolte società di contractor che forniscono personale medico e paramedico a ridosso della prima linea. Tutti ex militari dei corpi speciali che girano armati e operano nei punti avanzati di primo soccorso a 80 metri dalla «zero line», le posizioni più vicine ai russi.

«Grazie per il suo interessamento, ma per motivi di sicurezza abbiamo regole ferree di non parlare con la stampa» risponde a Panorama via Signal (la app per messaggi criptati) Leonid, coordinatore del personale straniero di soccorso in una delle zone più calde del Donbass. Il suo numero ha il prefisso 001 degli Stati Uniti.Il 18 giugno il nuovo capo di Stato maggiore inglese, generale Patrick Sanders, ha messo per iscritto, in un messaggio alle truppe, che il Regno Unito potrebbe tornare a combattere nel Vecchio continente, dopo le due Guerre mondiali. «Siamo la generazione che deve essere pronta al fatto che l’esercito combatta di nuovo in Europa. È un imperativo bruciante creare una forza armata capace di porsi al fianco dei nostri alleati e battere la Russia in battaglia» ha sostenuto l’alto ufficiale.

Un’altra «arma» segreta del conflitto sono gli attentati e le operazioni dietro le linee russe in Ucraina, portati a termine da infiltrati e quinte colonne. Il 26 giugno un’autobomba ha fatto saltare in aria il governatore di Kherson, città occupata dalle truppe russe. Sempre qui, i partigiani hanno ferito gravemente anche un altro esponente filo russo, Oleksiy Kovalyov. Mentre Ivan Fedorov, sindaco in esilio di Melitopol, ha promesso 10 mila dollari a chi uccide il «gauleiter» (così definiscono i politici collaborazionisti delle amministrazioni locali, richiamando il nome dei capi-sezione del Partito nazista tedesco) messo nella sua città da Mosca. A fine giugno i primi quattro lanciarazzi Himars forniti dagli Usa sono entrati in azione nella zona di operazioni di Kherson, come dimostra un video notturno del lancio girato dai militari ucraini. Sessanta artiglieri di Kiev sono stati addestrati al loro utilizzo e un secondo gruppo segue lo stesso corso in Germania. La batteria letale americana è stata vista arrivare anche nel Donbass.

«Ben vengano forniture del genere, ma bisogna anche chiedersi se gli ucraini hanno abbastanza munizionamento per questi missili» commenta a Panorama una fonte occidentale a Kiev. «Già sono limitate le scorte per l’artiglieria normale». E sul campo pesa la differenza con i russi: se gli ucraini sparano un colpo, il nemico risponde con quindici.




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