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Июль
2022

La storia dello stabilimento Wärtsilä di Trieste: il colpo di spugna su una tradizione nata sotto l’Austria

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TRIESTE Con la sua decisione la multinazionale finlandese Wärtsilä cancella la tradizione dell’industria triestina legata alla produzione di motori navali. Il porto asburgico aveva stimolato la nascita di un solido settore navalmeccanico, che venne nazionalizzato dallo Stato italiano e messo sotto l’ombrello dell’Iri.

Tutto è cominciato con la creazione della Fabbrica macchine Sant’Andrea. Nata nel 1835 come fonderia, la Fmsa era passata rapidamente alla realizzazione di motori, raggiungendo la massima espansione negli anni Cinquanta del secolo successivo.

Fino al 1971 la Fabbrica macchine è stata un elemento cardine della navalmeccanica dell’Iri all’interno dei Cantieri riuniti dell’Adriatico. Cinque anni prima il governo aveva deciso il radicale ridimensionamento del Cantiere San Marco con lo scopo di concentrare la produzione a Monfalcone. Una parte della città insorse e, fra le compensazioni, Roma si impegnò sulla creazione della nuova Grandi motori Trieste a Bagnoli della Rosandra, che assorbì una serie di attività fino ad allora in capo a Fmsa, Fiat e Ansaldo. L’accordo fu firmato dall’allora presidente della Fiat Vittorio Valletta e dal presidente dell’Iri Giuseppe Petrilli. La Fiat si impegnava a rilevare la Fabbrica e a spostarne le attività in un nuovo stabilimento da costruire nel comune di San Dorligo.

La Gmt aprì nel 1970 e la Fmsa chiuse l’anno dopo, a 136 anni dalla fondazione. L’operazione era guidata dall’industria di Stato. La Gmt serviva per fornire motori al comparto navale, e anche ad ammortizzare le perdite di occupati vissute dall’industria triestina negli anni precedenti. Fincantieri realizzava le navi e la Grandi motori le dotava della propulsione, progettando e costruendo motori a 2 e 4 tempi per applicazioni marine e industriali. I dipendenti erano tremila.

Nel 1984 la Gmt divenne una branca di Fincantieri, con la graduale uscita di scena della Fiat. L’assetto è rimasto inalterato fino al 1997, quando Wärtsilä Corporation ha acquisito la Grandi motori costituendo nel 1999 la società Wärtsilä Italia. La multinazionale si propone di rilanciare l’impianto di Bagnoli e mantiene le promesse, trasferendovi intere linee produttive fino a quel momento dislocate in Olanda e Finlandia. Lo stabilimento diventa il più grande esistente in Europa per la produzione di motori navali.

Col tempo i finlandesi cambiano strategia. Ci sono i bilanci della corporation da far quadrare e i dividendi da garantire ai soci, anche in annate che avrebbero consigliato di tenere i ricavi in azienda. Una parte della produzione triestina viene localizzata altrove e il sito diventa sempre più legato all’assistenza per i motori venduti e all’ambito ricerca e sviluppo, pur continuando la produzione di motori diesel, propulsori ibridi a gas e generatori di corrente.

Gli occupati cominciano a diminuire. Nel 2017 arriva il segno tangibile della contrazione: Wärtsilä vende all’Interporto di Trieste due dei tre capannoni in suo possesso, dietro il pagamento di 20 milioni finanziati dalla Regione. Gli spazi sono utilizzati per la creazione del terminal di FreeEste, ma segnano un arretramento della presenza finlandese. Negli ambienti della politica si dice che quell’operazione, piuttosto generosa, fu il modo per convincere la società ad allungare i tempi del proprio disimpegno da Trieste, che ora si manifesta in tutta la sua durezza con il dimezzamento delle maestranze.

Oggi quegli spazi ceduti all’Interporto stanno per essere messi a frutto dal nuovo impianto della British American Tobacco, il cui arrivo genererà ricadute occupazionali importanti a Trieste. Intanto però, nel capannone rimasto a Wärtsilä, gli organici si dimezzano. Negli anni Ottanta a Bagnoli lavoravano 3 mila persone: sicuramente più del necessario in tempi di vacche grasse, ma ora i tempi sono cambiati e nello stabilimento rimarranno 500 dipendenti. E l’esperienza insegna che le fabbriche senza produzione tendono a chiudere del tutto piuttosto rapidamente. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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