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Август
2022

Sui cibi arriva il bollino che assicura il benessere animale: cos’è, come funziona e cosa significa in termini di qualità

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Chi non vorrebbe proprio imbandire la propria tavola con un prosciutto ottenuto da un suino di 170kg costretto a trascorrere la sua intera esistenza in uno spazio di un metro quadro, oppure con un pollo allevato in batteria senza la benché minima possibilità di movimento ora potrà farlo. Questo grazie al decreto che istituisce l’etichettatura nazionale volontaria sul benessere animale, fortemente voluto dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Il provvedimento, che otterrà a breve il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni, è stato salutato da un coro di approvazione da parte di una lunga lista di associazioni ambientaliste e animaliste: Animalisti Italiani, Animal Law Italia, Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Greenpeace, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA, The Good Lobby, WWF Italia.

Il decreto interministeriale istituisce il Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale – SQNBA- da cui nascerà l’etichettatura istituzionale su base volontaria. Le condizioni per poter accedere alla certificazione SQNBA prevedono l'adesione volontaria per tutti gli operatori della produzione primaria (con capi registrati presso la banca dati nazionale dell'anagrafe zootecnica del Ministero della Salute - BDN), ma anche agli operatori di filiera, singoli o in gruppo, (responsabili delle fasi successive alla produzione primaria, di animali e dei prodotti di origine animale), che si impegnano a aderire al disciplinare e si sottopongono ai controlli previsti. È richiesta la presentazione della domanda di adesione agli organismi di certificazione accreditati (CAB) dotandosi, per le fasi di competenza, di un sistema di identificazione e di registrazione degli animali e dei prodotti di origine animale atto a garantire la tracciabilità lungo tutta la filiera.

Il decreto, inoltre, istituisce e regolamenta l'organismo tecnico-scientifico, che ha il compito di definire le modalità di gestione del Sistema. Nelle fasi successive, con uno o più decreti attuativi, i ministeri delle Politiche agricole e della Salute, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, specificheranno altri aspetti inerenti la disciplina produttiva, il marchio distintivo con cui identificare i prodotti conformi (da notificare alla Commissione europea), le procedure di armonizzare e di coordinamento dei sistemi di certificazione e di qualità autorizzati, le misure di vigilanza e controllo, le modalità di utilizzo dei dati disponibili nelle banche dati esistenti, nazionali e regionali.

Prima delle etichette vengono però i paletti che devono garantire negli allevamenti il benessere degli animali. Che quasi sempre si traduce poi in qualità dei cibi che consumiamo. A questo provvede il nuovo Piano Nazionale per il benessere Animale (PNBA), che applica anche in Italia i princìpi stabiliti dalle norme europee in materia di benessere, igiene e sanità animale e rende dunque operativo il sistema di certificazione. Oltre all'individuazione di criteri armonici per valutare l'attività degli allevamenti italiani, la pianificazione, l'attuazione e il coordinamento dei controlli (biosicurezza, farmaco sorveglianza, condizionalità, ed altro ancora) nonché la creazione di una banca dati degli esiti dei controlli, il PNBA prevede per ciascuna specie delle check list informatizzate basate sulla valutazione del rischio aziendale che permettono l'analisi dello stato di benessere dei capi presenti in azienda, basandosi su comportamento, presenza lesioni, pulizia, zoppie e quant’altro.

È prevista un'autovalutazione da parte del veterinario aziendale o incaricato sulla base della check list afferente tre macroaree: benessere, farmaco e bio-sicurezza, che consente, attraverso altrettanti gradi di valutazione: insufficiente, migliorabile e ottimale, di determinare il livello di benessere animale dell'azienda rispetto al percorso di certificazione.

Tanto per fare un esempio, una carne di suino non riceverà mai il bollino verde che certifica il rispetto del benessere animale se proviene da un allevamento dove ai maiali viene tagliata la coda già da piccoli, come avviene nell’89% dei casi. Ma magari riuscirà ad ottenere il bollino giallo perché rispetta altri parametri o perché si è iniziato a introdurre negli allevamenti animali a coda intatta.

Ma spetterà al nuovo Parlamento definire nel dettaglio gli standard che attestino il benessere degli animali. Per questo le 14 associazioni dell’alleanza contro le #BugieInEtichetta affermano che quello della etichettatura rappresenta “un primo passo, che dovrà necessariamente essere seguito dalla definizione adeguata degli standard di benessere per le diverse specie. Continueremo a seguire attentamente i lavori –affermano le associazioni- per assicurare che le bugie ai cittadini, che Speranza ha fatto uscire dalla porta, non rientrino dalla finestra con l’approvazione di standard inadeguati e incoerenti con il benessere animale per le singole specie allevate o con la scelta di un’etichettatura poco trasparente”. Da qui l’invito ai partiti di far sapere ai cittadini-elettori le loro intenzioni, visto che 1,4 milioni di italiani hanno già chiesto di eliminare le gabbie dagli allevamenti.




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