Mestre, via le panchine da piazzetta Zorzetto: il Comune caccia sbandati e clochard
MESTRE. Via le panchine degli sbandati da piazzetta Gaetano Zorzetto. La mattina del 2 agosto, i primi arrivati, alzando le saracinesche dei negozi hanno subito notato il via vai sotto agli alberi, dove a una una venivano smantellate e caricate su appositi mezzi le sedute utilizzate come giacigli.
La ditta incaricata dal Comune ha iniziato molto presto, alle prime luci dell’alba, e per l’apertura dei bar, l’operazione era stata completata per la gioia degli operatori economici, delle attività commerciali, ma anche degli avventori di pasticcerie e locali.
E così i consueti sbandati e senza fissa dimora dediti a bere, mangiare e sonnecchiare all’aperto sulle panchine per poi lavarsi nella fontana, si sono ritrovati spiazzati. Sono giunti alla spicciolata a metà mattina e non sapendo più dove distendersi, se ne sono andati con la coda tra le gambe spostandosi, però, solo qualche centinaio di metri più in là. Dietro il Centro Le Barche, vicino all’edicola chiusa di via Poerio e nelle altre aree della città dove si può stazionare.
La situazione era diventata insostenibile, perché quando le panchine non bastavano, si prendevano anche le sedie del bar Doc. Dopo le proteste degli esercenti, un paio di settimane fa erano stati emessi quattro Daspo ad altrettante persone segnalate perché moleste dagli agenti della polizia locale e della polizia di Stato. Ma i provvedimenti lasciano il tempo che trovano perché i clochard sono sempre ritornati, spesso e volentieri facendo scappare le persone quando il livello di alcol nel corpo era troppo elevato e si rischiava di finire in mezzo a una rissa o prendersi una chitarrata in testa.
Nei giorni di mercato, le persone, oramai, evitavano i banchi che davano sulla piazzetta per il forte odore di urina diventato una costante, segno evidente che la piazzetta dedicata al compianto prosindaco di Mestre, era diventata una latrina.
Domenica pomeriggio, l’ennesima baraonda scatenata sempre per i soliti futili motivi tra i senzatetto che prima erano stanziali nei pressi del supermercato di via Carducci. Un gruppo misto tra stranieri dell’est Europa e italiani. Quando l’alcol ha iniziato a ribollire nelle vene, è dovuta intervenire la polizia di Stato, per sedare gli animi, sotto agli occhi di chi aveva deciso di mangiarsi un bel gelato e farsi una passeggiata.
E quella è stata la gocciolina che ha fatto traboccare il vaso, unita alla raccolta firme dei commercianti, in primis del pub Mc Conor, che chiede il ripristino del decoro nella zona, ma anche l’eliminazione delle panchine da piazzetta Zorzetto, per una questione di sicurezza oltre che “buon gusto”. La petizione sta girando di negozio in negozio, è stata pubblicata anche online. E, tra le righe, invita il sindaco a farsi un giro nel “cuore” pulsante della città, per vedere con i propri occhi il degrado, che in questa estate afosa e torrida si è moltiplicato.
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Un piccolo esercito in continua crescita
Piazzetta Zorzetto è solo uno dei tanti “punti neri” della città. Forse, però, è quello più evidente, perché è sotto gli occhi di tutti, nel “salotto buono” di Mestre, a due passi da piazza Ferretto, nell’area dei locali. E il rischio è che sbandati e senza tetto si spostino solamente di qualche centinaio di metri, come del resto è già avvenuto in passato.
Tra le zone che i clochard hanno fatto proprie, c’è l’area del Centro Le Barche e di Piazza Barche. Al pomeriggio e ora aperitivo, almeno una decina stazionano vicino ai porta biciclette (si siedono in mezzo)dell’entrata lato monumento, con le bottiglie in mano, alcune appena rubate dal supermercato, se ci riescono senza essere presi.
C’è poi lo spiazzo di via Poerio dove campeggia l’edicola chiusa, fronte tabacchi. Qui ieri si erano riuniti alcuni degli sbandati che non riuscivano più a sedersi in piazzetta Zorzetto, suddivisi in gruppetti. Nel pomeriggio l’ambulanza viene chiamata almeno una volta al giorno, per tirare su qualcuno che rasenta il coma etilico, vuoi per il troppo bere, vuoi per il caldo.
Rimanendo in zona centrale, tra i punti caldi c’è via Querini, dove gravita la mensa di Ca’ Letizia.
E dove i residenti sono esasperati, sentimento che si acuisce in estate, perché gli avventori stazionano all’aperto, dopo aver mangiato si sdraiano all’entrata dei condomini e fanno i bisogni dove capita. Tanto che il comitato della via torna a chiedere con forza e a gran voce che la mensa venga spostata e che si trovi un altro sito.
«Sono più di 40 anni che conviviamo con questa situazione», spiegano, «c’è chi si riempie la bocca con la parola carità cristiana ma poi, in realtà, i pesi li portano sempre gli altri».
Spostandosi più in là troviamo via Carducci, dove ci sono almeno due postazioni di degrado. All’inizio della via, vicino al box delle macchinette self, di notte molto frequentato e nell’area della fontana e dell’ex Brek, dove quasi ogni sera deve intervenire la polizia.
Infine, vengono piazzale Olivotti- via Piave con la fontana di Aricò, meta di sbandati, e l’area di via Felisati-via Degan. Se ci si allunga in zona corso del Popolo-Cappuccina- Stazione, c’è solo la scelta.
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«Finalmente ci hanno ascoltato»
«Finalmente, era ora che ci ascoltassero». Quasi non ci credevano quando hanno aperto il bar D.o.c, il gestore cinese e la sua compagna, che più di una volta hanno chiesto aiuto a vigili e polizia, tra i primi a firmare la petizione per far spostare le panchine del degrado in piazzetta Zorzetto.
Marco, che sta dietro il bancone, ad aprile aveva tentato di sedare una zuffa perché i soliti ubriachi avevano iniziato a spaventare i clienti, a prendere a calci sedie e far volare tavolini. Poi uno di loro era entrato e per dispetto aveva fatto i suoi bisogni in mezzo al locale. Il 2 agosto esultavano. Perchè per una volta non hanno dovuto stare con un occhio puntato all’esterno del locale, per controllare che nessuno disturbasse i clienti seduti. Stesso sentimento di Fryto, il casolino specializzato in frittura di pesce che si trova proprio dietro le giostrine, a due passi dalla piazzetta. «Era ora» dicono.
C’è soddisfazione nei negozi che affacciano sullo spazio tra piazzetta Coin e Fratelli Rondina. Anche se nessuno si fa illusioni sul fatto che la situazione possa cambiare da un momento all’altro.
A chiedere decoro era stata Valentina dello Yuxi, che tra Calle del Sale e la piazza ha ben tre locali. Il titolare assieme al fratello della gelateria Chocolat, Claudio Zanette, ha scritto mail a tutti gli assessori.
Il 2 agosto mattina è rimasto stupito, quasi non ci credeva che fossero scomparse le panchine, quando è entrato in gelateria. «È doveroso, non era più possibile andare avanti così. Abbiamo scritto praticamente a tutti gli assessori e quando abbiamo inaugurato il nuovo punto vendita in Galleria Matteotti, lo abbiamo ricordato ancora una volta all’assessore Venturini. Adesso speriamo che il problema non si riproponga».
Da qualche altra parte. E soprattutto – c’è chi fa notare – il timore è che sia solo una soluzione temporanea e che le panchine e le sedute, prima o poi tornino dov’erano.
La mattina del 2 agosto si respirava un’aria diversa e sotto agli alberi, c’erano de bambini che giocavano, scena che non si vedeva da prima del lockdown e da molto prima che l’area diventasse appannaggio di un gruppo di persone.
«Adesso è tutta un’altra» cosa spiegano due signore sedute a bere il caffè «prima ti dovevi sempre guardare intorno, perchè capitava non di rado di doversi spostare se arrivava la polizia, speriamo continui così».
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