In questo periodo dell'anno il rischio è dietro l'angolo: lo splendido hotel che hai prenotato online per le vacanze sarà veramente quello ritratto nelle immagini? Ora, se l'aspettativa non è ripagata dalla realtà dei fatti potresti essere rimborsato. A dimostrarlo è la sentenza di un giudice di Milano che ha imposto il rimborso di una vacanza ad un turista milanese che ha prenotato un hotel su Booking a Vieste, in Puglia, che si è rivelato più brutto del solito. Non è stato rivelato il nome della struttura, ma, come ha riportato Wired, la denuncia si concentrava soprattutto sulla falsità delle immagini pubblicate online: l'albergo spacciava servizi come piscina e palestra che invece si sono rivelati essere poco più di una vasca da bagno e di qualche attrezzo buttato in giardino. Nessun problema di rumori indesiderati o di strutture fatiscenti, ma una vera e propria frottola costruita ad arte per provare a giocare sul prezzo.

Il problema è che questa bugia sarebbe costata al viaggiatore più di 2000 euro per una settimana di soggiorno. I fatti risalgono al 2018, ma quando il 44enne milanese ha chiesto spiegazioni al titolare provando a farsi rimborsare l'importo del soggiorno, il gestore ha risposto picche lasciandolo libero di tornare a casa perdendo tutto. Il turista se n'è andato e ha sporto reclamo su Booking, rifiutando i 100 euro di risarcimento offerti dalla piattaforma di prenotazione hotel e trascinando la querelle in tribunale. Ora, dopo tre anni di dibattimento, il giudice di pace gli ha dato ragione intimando alla struttura di risarcire i soldi spesi per la vacanza sommati alle spese processuali.

Insomma, il rimborso non è assicurato ma può essere comunque una forma di tutela per i viaggiatori che, troppo spesso, si trovano alla mercé di inserzioni farlocche o addirittura inesistenti. Secondo un’indagine condotta da Ermes - Intelligent Web Protection, tra aprile e maggio, la rilevazione dei siti di phishing è aumentata di oltre il 20% e quella riguardante il settore travel e vacanze ha toccato un picco del 50% nella prima metà di luglio. In coincidenza con l’inizio della stagione estiva, nel mirino dei criminali informatici sono finiti, principalmente, la prenotazione online di biglietti aerei, di pernottamenti, di crociere e di richieste di visto per l'estero. In questo quadro si inserisce, da un lato, l’emotività dei consumatori in cerca dell’esclusiva offerta last-minute, dall’altro il potenziale danno di servizio e di immagine per la filiera del turismo in un momento dell’anno che può rappresentare una porzione considerevole di fatturato, soprattutto in questo delicato momento storico di ripresa.