La Virtus Bologna è di un altro pianeta: Nutribullet costretta alla resa 97-71
I più colti e magari più sagaci tra i tifosi trevigiani, uscendo dal PalaDozza, potrebbero utilizzare un noto aforisma inserito da Goethe nella sua opera “I dolori del giovane Werther” per commentare la quarta uscita di stagione regolare della Nutribullet. E se per il grande poeta tedesco la vera tragedia era l’incendio della fattoria, si può ben affermare che rimediare ventisei punti di passivo in Piazza Azzarita contro una Virtus in ampio turnover non sia qualcosa di così irrimediabile o, appunto, tragico.
Semmai la sconfitta bolognese, più che una semplice frase, è qualcosa da mettere in conto: deve accadere e si manifesta, praticamente come da copione. Col senno di poi sono ben altre le tragedie (sportive) operate da questa TvB, ad esempio il pessimo debutto casalingo di tre settimane fa contro una Reggio Emilia che da allora ha collezionato quasi solo sconfitte, oppure l’aver sprecato l’occasione di vincere in trasferta a Trento.
Per sperare di strappare i due punti nel catino del Madison felsineo sarebbe servito il classico allineamento planetario ossia una combinazione tra squadra bianconera in serata completamente negativa, eccellente prestazione balistica di tutti gli esterni trevigiani, scelte errate di coach Scariolo nel piano partita e sindrome da appagamento da parte della Vu Nera dopo la settimana di Eurolega. Neanche a dirlo, nemmeno uno dei presupposti appena elencati si è verificato spianando piuttosto la strada all’ovvio ko.
Ecco dunque che la partita di Treviso dura cinque minuti, ossia il 9-7 siglato dall’ex di turno Jurkatamm con tiro dall’arco e successivo errore per la potenziale parità di Sorokas. Da lì, break virtussino con un 9-0 che assesta la prima mazzata alla formazione di coach Nicola, nel punteggio e non solo. La prima di una lunga serie, soprattutto nella ripresa che diviene un enorme garbage time utile solo per le statistiche. La Segafredo, pur reduce dalle legnate di Coppa e con qualche assenza importante, resta comunque una squadra parecchio superiore alla Nutribullet. E non soltanto per individualità quanto piuttosto per gioco corale ed orchestrato: un dato a tal proposito? Il computo assist, impietoso, che premia la Vu Nera 26-9, con Mannion a farsi beffe tanto di Iroegbu quanto di Zanelli, mentre in casa trevigiana il miglior passatore a fine partita risulta essere Jantunen, il cui ruolo e mestiere non dovrebbe essere esattamente quello di portatore d’acqua.
Semplicemente anche con un avversario immensamente più forte di Reggio, Trento e Sassari si è avuta conferma dei punti deboli di questa TvB che difetta essenzialmente in due ruoli, quelli che vengono definiti cardinali nel gioco della pallacanestro ossia il famoso asse play-pivot. Non può essere un caso che la vittoria contro Sassari sia giunta senza Iroegbu, che non è un play e che se schierato da regista non riesce proprio ad innescare i compagni. Ed è eloquente come la presunta esperienza di Cooke non serva nemmeno contro lunghi magari più grezzi ma molto più dinamici e verticali quali Camara e Bako che dominano l’area senza troppo sudare.
Ci fossero le adeguate risorse economiche, basterebbe poco per raddrizzare la rotta di questa Treviso. Sarebbe sufficiente il prestito di Camara dalla Virtus e rilevare Nikolic da Sassari al termine del gettone bimestrale per poter assistere ad un deciso cambio di passo, tecnico e tattico. Invece la realtà parla della necessità di preparare la trasferta di domenica a Varese contro una squadra parecchio combattiva per un confronto già importante in chiave salvezza. Mai come quest’anno il tifoso trevigiano pare condannato a soffrire fino in fondo per una salvezza che nessuno regalerà.
