Dalle visioni dei ponti sul Rio fino alla porticina di Sant’Andrea
Sant’Andrea dalla porta principale si deve passare per il pronao, l’anticamera della chiesa. Il pronao, però, ha anche una parte che sta sopra. Per andarci bisogna entrare per una porticina, piccola e bassa, sulla destra della parte del pronao che sta sotto, cui si accede da piazza Mantegna. È stato questo uno dei percorsi delle Vie dei Tesori. Accompagnati da studenti di architettura del Politecnico mantovano, i visitatori sono entrati in detta porticina e sono saliti per le antiche scale, fino a raggiungere l’ombrellone, la parte che sta in sommità da cui si ammirano in basso piazza Mantegna e in quota i tetti della città. Si scoprono cose meravigliose, mai viste.
Lacerti di affreschi e anche detriti (tra cui la faccia di un angelo di qualche secolo fa) risalenti anche alla chiesa che c’era prima del 1472. Leon Battista Alberti morì nel 1472: era de cuius da un paio di mesi quando fu posata la prima pietra della nuova chiesa. Dei tempi di Luca Fancelli o di chi dopo di lui diede di calce e mattoni, è una stanza dove il duca di Mantova, tornando da Palazzo Te in campagna, si cambiava d’abito per andare a Palazzo Ducale a ricevere personaggi di rango.
I visitatori sono scesi per altre scale antiche, ritrovandosi a terra nel passaggio tra il pronao (parte bassa) e piazza Alberti. Un altro bel giro è stato quello curato da Alessia Goreri di Alkémica: una visita naturalistica in fregio al Rio, dal ponte di San Francesco a porto Catena alla scoperta di flora e fauna: cavedani, carpe, germani reali, aironi, viti americane e alberi. Gli altri percorsi di ieri sono stati palazzo Bonatti in corso Vittorio Emanuele II, la palazzina liberty Consorzio di Bonifica in via G.B. Spagnoli, la sacrestia del duomo e l’ex chiesa della Madonna della Vittoria. Tantissimi i visitatori, fino a esaurimento posti. Sabato e domenica sarà di nuovo possibile visitare le Torri Pila 1 del Palazzo del Podestà. —
GILBERTO SCUDE
