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Октябрь
2022

L’area dell’ ex Bertoli torna in vendita, la base d’asta è fissata a dieci milioni

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Difficilmente le strette di mano arriveranno entro il termine della legislatura. Ma che abbia ripreso a marciare la macchina guidata dal liquidatore giudiziale della Progetto Udine srl, società in concordato preventivo proprietaria dell’area dell’ex Bertoli, è indubbiamente una notizia che dalle parti di palazzo D’Aronco è accolta con favore.

Il notaio bergamasco Giuliano Buffelli ha comunicato nelle scorse ore l’apertura della quarta vendita all’incanto della superficie da 29.100 metri quadri dove sorgeva la vecchia acciaieria nella parte settentrionale della città, alle spalle del complesso commerciale del Terminal Nord.

DIECI MILIONI

Base d’asta fissata a 10 milioni e 135 mila euro, con l’apertura delle buste fissata per il 14 dicembre. Difficile che la partita si chiuda in quella data: «Ci auguriamo che sia necessario il minor numero possibile di incanti per arrivare alla vendita dell’area, ma ci rendiamo anche conto che sarà difficile che l’operazione si concretizzi già a dicembre», fa professione di realismo l’assessore comunale all’Urbanistica, Giulia Manzan.

«Quel che è certo – aggiunge – è che grazie alla variante al piano regolatore, approvata lo scorso giugno in Consiglio comunale, la superficie è certamente più appetibile».

LA VARIANTE

Un percorso, quello che ha portato a licenziare la variante, che non è stato affatto privo di ostacoli: l’impegno granitico che il sindaco Pietro Fontanini aveva assunto in campagna elettorale contro l’aumento della cubatura destinata alla grande distribuzione era stato scalfito dalla pragmatica necessità di rendere appetibile per gli investitori un’area da troppi anni in attesa di riqualificazione.

L’originale progetto dell’archistar Vittorio Gregotti prevedeva dodici torri (ne sono state realizzate solo due, quelle in via Giovanni Paolo II) e una nuova area commerciale da 9 mila metri quadri, oltre a spazi residenziali che auspicavano uno sviluppo demografico che Udine non ha centrato.

Quel piano particolareggiato è nei fatti superato dal tempo e dalla variante urbanistica a cui fa riferimento Manzan, che stabilisce un massimo di 3.900 metri quadri di superficie commerciale (più 5 mila utilizzabili per percorsi, magazzini e gallerie a supporto), ma pure 3.800 metri destinati alle attività alberghiere e 4.800 per attività culturali, ricreative e d’intrattenimento (un cinema multisala?).

Spazi di metrature minori saranno destinabili a sport, artigianato, ristorazione e uffici. Due anni fa era emerso chiaramente l’interesse di un privato pronto a investire 40 milioni per dare un futuro e un’identità all’area delle ex officine.

LA QUESTIONE DELLE FIDEJUSSIONI

Resta sul tavolo anche la questione delle sette polizze fidejussorie rilasciate dalla proprietà al Comune a garanzia dei lavori che avrebbe dovuto mettere in cantiere.

L’importo complessivo garantito dalle fidejussioni ammonta a 7.914.359 mila euro. Andranno rinegoziate con la nuova proprietà, perché il valore irrisorio rispetto al complesso degli interventi richiesti per concretizzare i progetti previsti dal piano particolareggiato ancora in vigore hanno consigliato all’amministrazione comunale di attendere e rinunciare all’escussione. —

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