È caccia al fotografo seriale che molesta le studentesse
VIGEVANO. Un uomo sulla cinquantina è stato visto in più circostante fotografare le ragazze davanti a scuola. Succede in via Cairoli, la strada del liceo omonimo, anche se il cinquantenne è stato notato anche in altre zone della città, prima fra tutte in Piazza Ducale. La differenza è che in via Cairoli il preside del liceo se n’è accorto e ha chiamato la polizia locale.
«Mercoledì – dice Alberto Panzarasa, dirigente scolastico del liceo Cairoli – ho fatto la segnalazione alla polizia locale, dato che sono stato informato di quanto accaduto».
Le prime ad accorgersi degli scatti molesti sono state appunto delle ragazzine. Una in particolare che, infastidita dal telefonino dell’uomo puntato proprio verso i loro fondoschiena, avrebbe chiesto aiuto. Una richiesta che però, al momento, non ha portato altro che all’allontanamento dell’uomo.
L’allarme è scattato anche sui social, dove la domanda è se fotografare sconosciuti in un luogo pubblico sia consentito oppure no. A tal proposito si era espressa la Corte di Cassazione, sezione penale I, che con la sentenza 9446 del 2018 aveva bocciato il ricorso presentato da una persona denunciata da addetti alla sorveglianza di un centro commerciale perché videofilmava una cliente. Secondo quanto espresso dal pubblico ministero Mario Galli «in materia di molestia o di disturbo alle persone – si legge nel documento - l’articolo 660 codice penale persegue quei comportamenti che influiscono negativamente sull’ordine pubblico».
L’oggetto di tutela è quindi la tranquillità pubblica e nel complesso l’ordine pubblico. «La molestia o il disturbo – prosegue Galli – devono essere valutati con riferimento alla psicologia normale media, in relazione cioè al modo di sentire e di vivere comune, cosicché nell’ipotesi in cui il fatto sia oggettivamente molesto o disturbatore, è del tutto irrilevante che la persona offesa non abbia risentito alcun fastidio».
In altre parole: anche nei luoghi pubblici, come specifica l’articolo 660 del codice penale, non si possono fotografare o videoriprendere persone senza il loro consenso, tanto più se l’atto, ovvero la foto o il video, crea molestia o disturbo. Per questo si può essere denunciati. —
