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Октябрь
2022

Vaccino anti Covid, prenotazioni raddoppiate: nelle ultime settimane sono passate da 700 a oltre 1.800 al giorno

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Anche se il Covid fa meno paura del passato, la maggior parte dei friulani cerca di difendersi dal coronavirus e ha ripreso a prenotare la quarta dose di vaccino.

Molti si sono già ammalati e quindi hanno prodotto gli anticorpi, altri con l’arrivo dell’autunno e la risalita del contagio si stanno rimettendo in fila davanti ai centri vaccinali.

Dopo una partenza lenta e l’arrivo del vaccino bivalente, quello che protegge anche dalle prime varianti del virus, nell’ultima settimana, in regione, le prenotazioni giornaliere sono più che raddoppiate passando da 700 a oltre 1.800.

La svolta, come detto, l’ha favorita il vaccino bivalente anche se, sono ancora in molti ad attendere la versione più aggiornata. Nonostante ciò, da inizio ottobre, il numero delle prenotazioni ha ripreso a salire fino a superare le 1.800 al giorno.

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«Questo aumento credo sia correlato a una importante circolazione del contagio, che pur presentando caratteristiche diverse spinge le persone a proteggersi» spiega il vice presidente della Regione con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel valutare positivamente il proseguo della campagna vaccinale.

«Con questi numeri abbiamo superato la preoccupazione di trovarci di fronte a una certa stanchezza vaccinale» aggiunge Riccardi, nel ricordare che i vaccini sono strumenti di protezione soprattutto per le persone più fragili.

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Riccardi parla al plurale pensando anche al vaccino antinfluenzale consegnato, nei giorni scorsi, ai medici di base. Pure in questo caso la domanda non manca.

Gli esperti continuano a consigliare la vaccinazione anti Covid soprattutto agli ultra sessantenni e a tutti coloro che soffrono di patologie pregresse.

Lo fanno perché il contagio non solo ha caratterizzato anche la stagione estiva, ma con l’arrivo dell’autunno aveva ripreso a salire per poi rientrare su livelli più contenuti. E anche se i ricoveri ospedalieri non superano la soglia di attenzione, la preoccupazione di tutti resta quella di evitare altri picchi dell’infezione.

L’aumento delle vaccinazioni va proprio in questo senso. Un dato per tutti: da fine aprile alla scorsa settimana, nei centri vaccinali della regione, sono state somministrate, tra cicli primari e richiami, 43.340 dosi alle donne e 39.185 ai maschi.

L’incidenza del contagio su sette giorni, rilevata dal 10 al 16 ottobre, è pari a 682 casi per centomila abitanti. Lo rivela l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nel quale il dato non si discosta da quello della settimana precedente.

Nel resto del Paese l’indice di contagio è più elevato, tant’è che il Friuli Venezia Giulia è stata classificata a basso rischio di contagio. Al momento, le regioni più colpite e quindi ritenute ad alto rischio sono il Lazio, la Puglia e la Provincia autonoma di Bolzano.

La fascia d’età più colpita – lo si apprende sempre dall’Iss – è quella tra 70 e 79 anni con un’incidenza pari 643 casi per 100 mila abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente. L’età mediana alla diagnosi è di 55 anni, in salita rispetto ai sette giorni precedenti.

Va detto però, che i casi gravi sono ridotti: nelle cliniche di malattie infettive da tempo vedono pochissimi casi di polmonite. In Italia il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è pari al 2,8 per cento, in area medica la percentuale sale all’11 per cento. —

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