«Bene l’annata delle olive nonostante il gran caldo e la siccità estiva»
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foto da Quotidiani locali
Dopo la raccolta dell’uva quest’anno avviata con anticipo, ora continua il fermento in Carso per la bacchiature delle olive. Nonostante il gran caldo e la scarsa pioggia registrati durante l’estate 2022, gli alberi hanno comunque dato i loro frutti e gli addetti ai lavori dimostrano soddisfazione e cauto ottimismo per la stagione in corso.
«Questo è un anno di “carica” – argomenta Elena Parovel, dell’azienda Parovel Vigneti Oliveti 1898 con sede a Bagnoli della Rosandra –, quindi le alberature stanno dando la loro resa e siamo in piena fase di raccolta. Infatti, viste le particolari condizioni climatiche, la raccolta delle olive è iniziata con un anticipo di quindici giorni e contiamo di concluderla verso metà novembre».
Varie le tipologie di olivi presenti sul territorio: l’olivocoltura ha origini antichissime e registra una presenza costante nell’agricoltura fino alla fine del ’700. Dopo un periodo di crisi dovuta alle gelate del 1929 e del 1956 e alle vicende belliche, alla fine degli Anni Settanta si assiste ad una ripresa del comparto oleario. Grazie all’ostinazione dei produttori del Breg e del muggesano, rinasce un piccolo frantoio locale. Inoltre nel 1981 la Regione vara la legge 79 che attua un progetto per la creazione di nuove aree da destinare all’olivocultura tramite l’Ersa.
Esistono varie specie arboree, fra le quali il Leccino, il Pendolino, il Leccio del Corno, il Macrino e il Frantoio, ma le colture dominanti sono quelle di Bianchera, una varietà autoctona resistente alla bora e al freddo, che probabilmente deve il suo nome al ritardo nel cambiamento di colore dell’oliva.
Soddisfatto per l’annata in corso è anche Renato Raseni, agricoltore amatoriale che dispone di quasi una trentina di ulivi tipo “bianchera”, alcuni molto antichi che hanno superato i duri inverni del 1929 e del ’56. «L’anno scorso – afferma Raseni – la raccolta è stata pessima, o meglio inesistente, mentre oggi abbiamo avuto grande soddisfazione. Non bisogna dimenticare che il successo di questa annata è da ricondurre anche all’assenza della temutissima mosca olearia grazie ad una estate molto calda e senza precipitazioni che non le ha permesso di riprodursi».
Situazione un po’ diversa nella zona Ovest del Carso, come ad Aurisina. «Questa è stata un’annata strana – ricorda Peter Radovič dell’omonimo agriturismo – perché durante il periodo della fioritura il gran caldo ha bruciato una parte delle gemme, in compenso però non c’è stata la temutissima mosca. Quindi le olive che abbiamo raccolto sono sane».