La visita a Cittadella diventa un’odissea. L’accusa dell’attrice Tringali sui social
![La visita a Cittadella diventa un’odissea.
L’accusa dell’attrice Tringali sui social](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/mattinopadova/2022/11/08/184225319-c60eae40-7195-4a52-9c1c-b934db86df0b.jpg)
foto da Quotidiani locali
L’odissea per una visita urgente, tra liste d’attesa infinite e tempi che si riducono pagando. L’attrice cittadellese Anna Tringali lancia il suo j’accuse su Facebook. Le missive formali di protesta sono state inviate, «ma ho capito che si fa più rumore sui social che in certi uffici dove spesso con le lettere si (metaforicamente) sventolano il viso».
La storia: «Nel maggio 2021 mi viene prescritta dal mio medico di famiglia una Egds – esofagogastroduodenoscopia – con biopsia. Chiamo il Cup Usl 6 Alta Padovana per prenotare».
Non c’è posto. «Ma fino a quando?», chiede Tringali. La risposta: «Non lo so» spiegano dal centro prenotazioni «il “sistema” non ci fa andare oltre i 60/90 giorni indicati come priorità nel foglio della prescrizione».
La conclusione: «La mettiamo in lista d’attesa. E caso mai ogni tanto ci chiami». Passa un anno, l’attrice riceve una chiamata ma sta lavorando. Richiama dopo neanche mezz’ora.
E si sente dire: «Non ha risposto e siamo andati avanti chiamando gli altri in lista d’attesa». A settembre il medico ribadisce l’urgenza della visita. «Decido di prenotare in libera professione, cioè tu vai lo stesso in ospedale ma il medico che ti fa l’esame utilizzando la strumentazione dell’ospedale, sostanzialmente viene pagato da te e non dal sistema sanitario, per cui tu paghi delle cifre più corpose rispetto al solo ticket. Dopo una manciata di giorni il posto c’è».
Costo: 260 euro. «Faccio l’esame. Tutti bravissimi». Lunedì mattina il ritiro del referto. E le chiedono altri 130 euro.
«Sono per l’esame istologico», le viene spiegato, «perché per la biopsia si intende il prelievo ma poi c’è un anatomopatologo che procede all’esame istologico, sempre il libera professione».
La domanda: «E se ci fosse qualcuno che 400 euro per una gastro non se li può permettere – io mica li do a cuor leggero – che succede?». La riflessione: «Apriamo un dibattito sulle liste d’attesa e sulla libera professione in ospedale che basta tirar fuori i soldi e dopo due giorni i posti ci sono?». L’artista non si vuole rassegnare: «Ho deciso di fare rumore».