Trieste, al via gli scavi archeologici nell’area Crosada-Capitelli per riscoprire la Tergeste romana
TRIESTE Da qui al 2025 l’ultimo angolo della zona Urban ancora allo stato brado diventerà un racconto dedicato alle viscere romane, medievali, moderne di Trieste. Un racconto visibile e visitabile, auspice la collaborazione tra Soprintendenza e Comune.
Palazzo Economo ha ottenuto il sì municipale al progetto esecutivo che prevede lo scavo del dosso che si alza tra via di Crosada e via Capitelli, uno sterrato attualmente più utile al ciclocross che al turismo. Quel rialzo cela testimonianze archeologiche di sicuro interesse per comprendere origine e sviluppo urbano. Quindi l’amministrazione culturale potrà procedere con le pratiche per affidare il cantiere: avremo così una prima fase dell’operazione, che, del tutto indicativamente, potrebbe iniziare nel giro di qualche mese per completarsi entro l’estate ’23. Gli esperti condurranno un rilievo dettagliato utilizzando laser scanner.
Una volta eseguito lo sbancamento a cura e a spese della Soprintendenza, il Comune entrerà a sua volta in azione per realizzare un passaggio pedonale tra Crosada e Capitelli, una seconda fase che fungerà da “belvedere” nell’osservazione delle antiche pietre sottostanti. Già, perchè l’eliminazione del dosso aprirà una cavità di oltre tre metri più bassa rispetto all’odierno livello stradale.
Scatterà poi una terza fase, nuovamente in carico alla Soprintendenza, per un’ulteriore valorizzazione dell’area archeologica mediante passerelle, didascalie ecc. In questo momento a disposizione della dottoressa Simonetta Bonomi, soprintendente regionale, ci sono 1 milione 535.000 euro, mentre il Comune interverrà con 240.000 euro. In tutto circa 1,8 milioni per ridare suggestione a uno scorcio oggi illeggibile.
Obiettivo duplice, culturale e turistico, da conseguire marciando verso il 2025. Il Comune, nel costruire la “pedana” tra via del Teatro romano e via Capitelli, coglierà l’occasione per rifare i dehors dei locali in via Crosada. Lo scavo del monticello permetterà anche di “liberare” la facciata di casa Francol, riconoscibile dal “panduro” sopra il portale.
A illustrare sul posto le varie scansioni di questo “progetto Crosada-Capitelli” il nuovo dirigente della Pianificazione territoriale comunale, architetto Eddi Dalla Betta, insieme alla braccio destro architetto Beatrice Micovilovich. La competenza “politica” dell’intervento è in capo all’assessore Sandra Savino. I due tecnici distinguono due direttrici in questo lavoro svolto insieme alla Soprintendenza, una conoscitiva e una valorizzativa. Nella prima evidenziano le stratificazioni storiche, articolate in romane, tardo-romane, medievali, settecentesche: si potrà mettere a punto una carta archeologica dell’area. Dal punto di vista valorizzativo, Dalla Betta e la Micovilovich insistono sugli aspetti che concernono le origini della città, la sua qualità urbana e quella che definiscono «nuova centralità culturale».
Simonetta Bonomi, presentando a luglio le linee generali dell’operazione, si era detta convinta che i ritrovamenti saranno di vaglia, in particolare «un’area monumentale pubblica di epoca romana». Ma non sarebbe mancato anche un riferimento all’Età di mezzo, vista la vicinanza alla cinta muraria. In quella circostanza il soprintendente aveva inoltre ricordato che il ministero si era impegnato a procurare altri 2 milioni di euro per completare questa esplorazione di una Trieste ancora nascosta.