Centralina non costruita a Cortina? Il Bim rinuncia ai sovracanoni
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foto da Quotidiani locali
Il Consorzio Bim rinuncia a 66 mila euro di sovracanoni. Si chiude con un accordo transattivo la vertenza promossa da Dolomiti Derivazioni, che aveva fatto ricorso per non pagare i sovracanoni per un impianto idroelettrico sul rio Federa a Cortina. Impianto per il quale aveva ottenuto la concessione a derivare, ma non l’autorizzazione a costruire.
Siamo nel periodo precedente al cambiamento della normativa per gli impianti idroelettrici. Fino al 2014, ha spiegato ieri in assemblea il presidente del Consorzio Bim, Marco Staunovo Polacco, chi voleva costruire una centralina doveva percorrere due strade parallele: chiedere la concessione a derivare e poi l’autorizzazione a costruire l’impianto (con tutte le procedure di valutazione di impatto ambientale del caso). Dopo il 2014 questa procedura è unica.
Dolomiti derivazioni, società con sede a Ospitale, aveva ottenuto la concessione a derivare dal rio Federa nel maggio del 2014, con un progetto che era partito mesi prima. Ma quel titolo è decaduto a dicembre 2019, perché la Provincia non ha autorizzato la costruzione della centralina a seguito del diniego della commissione Via. La ditta, quindi, ha informato il Bim che non avrebbe più pagato i sovracanoni, che per legge sono dovuti quando si ha una concessione a derivare da un corso d’acqua, «in qualità di ristoro ambientale», ha precisato Staunobvo Polacco. Il Bim chiedeva invece il pagamento di 66.239,86 euro.
Dolomiti derivazioni ha fatto ricorso al Tribunale regionale delle acque pubbliche e trascinato in giudizio il Consorzio dei Comuni. Il ricorso è stato notificato il 7 giugno 2022 e a quel punto il Consorzio si è affidato all’avvocato Gaz. «La giurisprudenza regionale e anche quella statale sono indirizzate verso la conciliazione in procedimenti di questo tipo», ha spiegato Staunovo Polacco. «La norma infatti nulla dice in merito. Dice che per impianti sopra i 3000 kW i sovracanoni sono dovuti solo dal momento in cui l’impianto entra in esercizio; per le centraline fino a 3000 kW basta la concessione». Ma se quel titolo decade perché chi lo deteneva non ha potuto costruire l’impianto?
Per evitare una causa che avrebbe avuto un esisto incerto, il Bim ha deciso di transare. «Dolomiti derivazioni ha pagato una parte dei sovracanoni, circa seimila euro», ha concluso Staunovo Polacco. «Il Consorzio Bim terrà quella cifra e non pretenderà il pagamento delle somme richieste». Ovvero 66.239,86 euro. Dolomiti derivazioni rinuncia inoltre a dar corso a qualsiasi altra attività processuale in merito.
Potrebbero arrivare altri casi del genere: «Ma pochi, parliamo di meno di dieci perché si tratta di pratiche ante 2014», ha precisato il presidente a margine dell’assemblea. «Al momento non abbiamo conoscenza di altri ricorsi depositati, ma del resto siamo l’ultimo soggetto ad essere coinvolto. Potrebbero esserci altri provvedimenti in corso. Certo è che se l’impianto non viene costruito perché il concessionario cambia idea, in quel caso i sovracanoni saranno dovuti. Non lo sono solo quando il concessionario non può costruire, se le cause sono indipendenti dalla sua volontà».