Dal Friuli all’Himalaya per amore dell’ambiente: imprenditrice udinese sull’Everest per pulirlo
Dal Friuli all’Himalaya per amore dell’ambiente. È l’ultima iniziativa dell’imprenditrice udinese Raffaella Midolini (promotrice dell’omonimo Premio che unisce arte, energie rinnovabili e sviluppo sostenibile) che, a fine ottobre, è partita alla volta della catena montuosa più alta del mondo con un obiettivo.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:12236301]]
«Verificare se e come fosse possibile realizzare un intervento di pulizia del campo base dell’Everest, che in questi anni ho letto essere divenuto la discarica a cielo aperto più alta del mondo», spiega.
La decisione di intraprendere questo viaggio è avvenuta a distanza di vent’anni dalla sua prima volta in Nepal (nel 2002) assieme a un gruppo di amiche e alla guida alpina Mario Dibona.
Il 21 ottobre, quindi, è volata a Katmandu e poi ha raggiunto la cittadina di Lukla, dalla quale è poi partita. «Il team tecnico era composto dalla guida Mario Dibona – spiega – e da alcuni dei migliori sherpa nepalesi e dai fedeli e preziosi portatori».
[[ge:gnn:messaggeroveneto:12236304]]
Nell’arco di dieci giorni di trek ha fatto un sopralluogo al campo base (5.364 metri) e ha quindi affrontato la salita al Lobuche Peak (la cui altezza supera i 6.000 metri) e predisposto il progetto “Clean up Ebc”.
Iniziativa fortemente voluta da Midolini e dalla società Ifim di San Gottardo, in collaborazione con Seven Summit Treks Ltd che fornirà supporto logistico e amministrativo, poiché è necessario che le attività siano eseguite con l’autorizzazione delle autorità governative.
Raggiunto l’Everest Basecamp l’imprenditrice ha avuto l’immediata percezione della vulnerabilità e fragilità ecologica. «La montagna sacra ai tibetani e ai nepalesi è in un degrado ambientale che sembra inarrestabile – spiega –, a causa del riscaldamento globale e di decenni di sfrenato alpinismo commerciale.
Midolini racconta inoltre di «un ammasso si tende fluorescenti, attrezzature, combustibili per i fornelli da campo, contenitori di ogni tipo e rifiuti organici, che – osserva – rappresentano un problema sanitario per questo luogo incontaminato. Infatti, tra i mesi di marzo e maggio, periodo più propizio per l’ascesa, viene occupato anche da 2.500 persone contemporaneamente con una stima di oltre 15 tonnellate di rifiuti dispersi».
In questo scenario particolarmente complesso si inserisce “Clean up EBC” - che prenderà il via a maggio 2023 - e prevede la collaborazione con lavoratori locali e l’uso di yak per il trasporto dei rifiuti, al fine di creare occupazione per i lavoratori nepalesi e ridurre l'utilizzo degli elicotteri che provocano inquinamento.
Nel mentre Midolini ha raggiunto anche il suo obiettivo personale: salire al Lobuche Peak. Impresa completata il 1° novembre, anniversario della scomparsa del padre Lino.
«È stato più faticoso del previsto ma il pensiero di poter toccare il cielo e mio padre con un dito non mi ha fatta demordere».