Pensione senza l’aumento, il caso di un ex informatico: «Mi considerano benestante ma ho dovuto usare i miei risparmi»

UDINE. «Mi considerano benestante perché ho una pensione cosiddetta “ricca”. Ma io e mia moglie per far fronte all’inflazione galoppante, a cui non eravamo più abituati da 30 e passa anni, ho dovuto intaccare i miei risparmi. E se il carovita continuerà così diventeremo tutti poveri, in poco tempo».

Luciano Pez, 74 anni, pensionato di Pagnacco, ha alle spalle quasi 40 anni di lavoro in un’azienda privata nel settore informatico. È uno degli 80 mila friulani che, oltre al danno della mancata rivalutazione completa dell’assegno, ha subito la beffa del ritardo di quel che resta degli aumenti promessi.

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La sua pensione è di 4 volte il minimo (superiore a 2.101 euro lordi al mese, circa 1.700 netti): per lo Stato è un anziano abbiente, ma non siamo certo di fronte a un nababbo, con villa a Cortina e yacht a Portofino. Quando ha letto la cifra della pensione di gennaio, identica a quella di dicembre 2022, non ci poteva credere, visto che l’adeguamento dell’assegno al carovita era stato strombazzato in lungo e in largo dal governo.

Eppure l’Inps, l’ente che eroga le pensioni a tutti gli italiani, aveva deciso diversamente: per gli 80 mila “ricchi”, l’incremento sarà inserito nelle spettanze di marzo, con i dovuti arretrati.

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Ma la sostanza non cambia, al pensionato friulano resta comunque l’amaro in bocca. «La questione di metodo non va bene - dice Pez - , l’Inps non ha avvertito nessuno anche se ha il mio indirizzo mail, ma in questo caso non lo ha utilizzato. Le informazioni bisogna andare a cercarsele da soli, la gente si ritrova con lo stesso assegno di dicembre e ha pensato a uno sbaglio, invece era tutto vero. Dicono che lo Stato non ha soldi, sarà anche vero, ma tutti i governi non sanno cosa fare e poi cosa si inventano? Vanno a prendere i soldi dove è più facile, usano i pensionati come un bancomat. L’inflazione è dell’11%, la rivalutazione è calcolata al 7,3% ma solo per gli assegni lordi fino a 4 volte il minimo, per gli altri la rivalutazione è più bassa. Con il governo Draghi la rivalutazione intera era fino a 5 volte il minimo, adesso la Meloni ha tagliato ancora, stringendo i cordoni della borsa. Nello stesso tempo però si fanno i condoni, in questa situazione ci sono italiani di serie A e di serie B, si pensa a tagliare dove è semplice tagliare, non si pensa a una patrimoniale per i redditi alti».

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Il pensionato di Pagnacco ammette che la sua vita, nel 2022, per colpa dell’inflazione è cambiata. E non in meglio. «L’inflazione attuale - conclude - era una cosa a cui non eravamo più abituati, abbiamo perso reddito per sempre, se continua così saremo tutti pensionati poveri nel giro di pochi anni. Noi in qualche modo ce la caviamo, ma le bollette della luce e del gas sono aumentate ben prima del ritocco, parziale, degli assegni. Ci sono miei ex colleghi o amici che hanno una sola pensione o un assegno più basso e hanno difficoltà ad andare avanti. Io e mia moglie abbiamo intaccato i risparmi in banca per poter mantenere lo stesso tenore di vita di prima. Certo se le cose vanno avanti così sarà difficile resistere. Già adesso cominciamo a essere più attenti a fare la spesa al supermercato, prima di andare in ferie ci pensiamo bene e ho rinunciato a cambiare la macchina. Sono piccole cose, ma incidono nella vita quotidiana». —