Fdi in provincia di Pavia vale metà centrodestra, Lucchini (Lega) record di preferenze
PAVIA. Il crollo dell’affluenza non penalizza il centrodestra che in provincia di Pavia vince a mani basse come nel resto della Lombardia. Meglio, anzi, visto che la coalizione per Attilio Fontana in provincia raccoglie il 60.5% rispetto al 55% totalizzato in regione. Il segnale che mandano gli elettori (pochi, visto che alle urne è andato meno di un lombardo su due) è per così dire un gradimento della continuità, nonostante le polemiche per la gestione dell’emergenza Covid da parte della giunta Fontana e le liti interne che prima hanno portato alla cacciata dell’assessore al Welfare Giulio Gallera sostituito da Letizia Moratti e poi allo strappo della stessa Moratti che, da vicepresidente di Fontana si è candidata contro il centrodestra. In questo panorama Centrosinistra e Movimento 5 stelle, coalizzati per Pierfrancesco Majorino si fermano al 29% e Letizia Moratti, sostenuta dal Terzo Polo non raggiunge il 9% (meno del risultato regionale che arriva quasi al 10%) e Mara Ghidorzi di Unione popolare raccoglie appena l’1.6% Al di là delle percentuali, però, sono i numeri assoluti che impressionano: con l’affluenza ai minimi storici (38.5% rispetto al 69.8% delle regionali 2018 e al 67,3% delle politiche dello scorso settembre) e soltanto 170mila elettori alle urne (cinque anni fa erano stati 326mila) tutti i partiti lasciano sul campo migliaia di voti.
Fratelli d’Italia avanti tutta
La vittoria del centrodestra e la conferma di Attilio Fontana alla presidenza della Regione non significano però che a Palazzo Lombardia tutto sarà come prima. Anzi. Dalle urne esce una maggioranza di fatto ribaltata e anche i dati pavesi lo confermano. Fratelli d’Italia che nel 2018 era al 3.5 per cento ora supera il 27% e, da sola, ha quasi il doppio dei voti degli alleati. Ovvio che questo avrà un peso notevole nella composizione della nuova giunta Fontana. La Lega di Matteo Salvini, che sulle regionali lombarde si giocava tutto, soprattutto dopo lo strappo dei nordisti di Umberto Bossi, esce dalle urne quasi dimezzata rispetto alle regionali 2018 ma tiene. E in provincia di Pavia raggranella addirittura qualche punto percentuale in più rispetto alle politiche di settembre. Forza Italia invece arranca e non raggiunge il 10% piazzandosi ben dietro al Carroccio che supera il 17% e recupera 4 punti rispetto alle politiche di settembre. Noi moderati-Rinascimento Sgarbi non supera il 3%, ma a livello locale spicca la performance di Antonello Galiani, ex vicesindaco di Vigevano e Gambolò, che raccoglie quasi 1.900 preferenze.
Lucchini e mangiarotti pigliatutto
I veri recordman in fatto di preferenze però sono la leghista Elena Lucchini e Claudio Mangiarotti di Fratelli d’Italia. Con quattro sezioni ancora da scrutinare, ieri sera, L’ex parlamentare leghista e assessore regionale uscente ne aveva 7.547 con le punte più alte, ovviamente nel suo Oltrepo. E oltrepadano è anche Mangiarotti che raggiungeva quota 5.446 preferenze. Numeri più che lusinghiero anche per Elisabetta Fedegari (4.223) e Andrea Sala (Lega) con 4.500 preferenze personali.
majorino regge solo nel capoluogo
La coalizione Pd-Cinque stelle perde, ma a Pavia città perde meglio. Il capoluogo si conferma roccaforte del Pd (primo partito sopra il 25%) e trascina il suo candidato al 40.7% (con Fontana comunque primo al 46%) nonostante gli alleati pentastellati superino appena il 4% come l’alleanza verdi-sinistra e la civica per Majorino. Tutt’altra musica a Voghera e Vigevano dove il centrodestra fa il pieno: A Voghera Fontana raggiunge il 60% e relega Majorino sotto il 30%, a Vigevano il centrodestra arriva addirittura al 63% e il centrosinistra non si schioda dal 26%.
Terzo polo a una cifra
Il tandem Letizia Moratti-terzo polo non convince i pavesi che lasciano l’ex vicepresidente della Lombardia e i candidati di Carlo Calenda e Matteo Renzi sotto il 9%. Candidatura di bandiera quella di Unione popolare che non raggiunge il 2%.