Maestro ucciso mentre andava al lavoro in bici, fatale una caduta ma la guidatrice poteva vederlo
/ PAVIA
Per evitare l’impatto con l’auto, comparsa all’improvviso sulle strisce dopo una svolta repentina e vietata, ha frenato mentre era in sella alla sua bici. E questo lo ha fatto cadere per terra. Daniele Marchi, il maestro d’asilo di 50 anni investito e ucciso in viale Resistenza il 23 gennaio 2023, è stato agganciato e travolto dalla macchina quando era in questa posizione, sull’asfalto, ma per la donna al volante c’erano tutte le condizioni per vederlo arrivare dal marciapiede a destra, fino a 2,2 secondi prima dell’impatto. La ricostruzione dell’incidente emerge dalla perizia del consulente della procura, Emanuele Fracasso, nell’ambito dell’inchiesta, condotta dalla magistrata Camilla Repetto, che vede indagata, per omicidio colposo e omissione di soccorso, Loredana Casale, docente del Bordoni, la donna che quella tragica mattina era alla guida dell’auto, una Renault Capture.
la tragedia
L’incidente avvenne verso le 7.40. Era ancora buio. Marchi stava percorrendo in bici viale della Resistenza per raggiungere l’asilo Negri, in Borgo, dove lavorava come maestro. L’auto lo investì nei pressi delle strisce pedonali all’altezza di piazzale Europa. Il ciclista arrivava dalla rotatoria di corso Garibaldi, mentre l’impatto con l’auto avvenne all’inizio dell’attraversamento pedonale. La docente alla guida dell’auto, che proveniva dalla stessa direzione, aveva appena fatto inversione per andare a occupare un posteggio individuato nel viale alberato, verso la rotatoria. Marchi fu trascinato sotto l’auto per 30 metri e morì all’arrivo in ospedale. Dopo l’incidente la donna posteggiò, senza voltarsi indietro, e andò a scuola. Agli investigatori disse subito di non essersi accorta di avere investito una persona. Anche se, rileva il consulente della procura, le centralina dell’auto segnalò un allarme. La docente se ne accorse, perché dopo il parcheggio scese dalla macchina e controllò la portiera dal lato del passeggero.
incidente ricostruito
I sopralluoghi eseguiti sul posto hanno permesso di ricostruire l’incidente intrecciando le posizioni dei veicoli con le testimonianze di alcune persone presenti quella mattina e con i filmati di due telecamere, una posizionata al comando della polizia locale (che ha ripreso la svolta della donna) e l’altra alla rotatoria di corso Garibaldi. Oltre al perito della procura hanno partecipato ai rilievi anche l’ingegnere Mattia Sillo, nominato dalla difesa (avvocati Alessandra Stefano e Gaetano Tenore), e i consulenti Edoardo Riva, Matteo Marino e Matteo Villaraggia, scelti dal legale della famiglia di Marchi, Marco Casali. Per il perito della procura la donna ha eseguito una svolta non consentita (soprattutto perché ha impegnato un attraversamento pedonale), prestando attenzione solo ai veicoli che arrivavano alla sua sinistra senza guardare a destra. Ma Fracasso ipotizza anche un concorso di colpa da parte del ciclista, che percorreva, dice il perito, «un marciapiede riservato ai pedoni», mentre sul passaggio sulle strisce pedonali si «rimette alla valutazione del magistrato», visto che il Codice della strada non specifica se la manovra di attraversamento in sella alla bici sia o meno consentita. Per il perito, inoltre, Marchi avrebbe violato un altro articolo del codice della strada per «non aver conservato il controllo del veicolo su cui viaggiava».