Leo morto improvvisamente a 24 anni, i funerali sul campo da rugby
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foto da Quotidiani locali
Gli esami del sangue, i sintomi influenzali e una laringite curata con l’antibiotico, lo stop del medico all’attività sportiva e, due giorni dopo, l’improvvisa morte all’età di 24 anni: se vi sia una correlazione tra queste circostanze che hanno segnato gli ultimi giorni di Leonardo Florian potrà rivelarlo solo l’autopsia, disposta sulla salma del giovane pilone del Rugby Villorba morto improvvisamente giovedì mattina.
Il mondo della palla ovale ha voluto stringersi idealmente attorno al dolore dei famigliari e dei compagni di squadra. Venerdì 8 marzo, prima del match del Sei Nazioni Under 20 tra Italia e Scozia, allo Stadio Monigo di Treviso i giocatori e il pubblico hanno osservato un minuto di silenzio in suo ricordo. Sabato avverrà lo stesso con la partita seniores. Per i funerali del ragazzo, si ipotizza l’ultimo saluto nel luogo a lui più caro: il campo da rugby.
Il lutto nel rugby
«Una tragica, prematura scomparsa ha colpito la famiglia del Villorba Rugby» ha dichiarato il presidente nazionale della Federazione, Marzio Innocenti, «Un abbraccio ai suoi cari e a tutto il suo Club».
Sempre la federazione ha dato la possibilità ai compagni di squadra di “Flo”, questo il suo soprannome, di rinviare l’incontro in programma domenica. Proprio sul campo di Villorba domenica avrebbe dovuto disputarsi una partita valida per il torneo di Serie A Elite Cup: oltre a vestire fin dalle giovanili i colori della rappresentativa gialloblù, da questa stagione Florian era stato anche inserito nel team “Rugby di Marca”, che raggruppa alcuni dei migliori giocatori del territorio trevigiano e che si allena a Mogliano.
Ad allenarlo in questo contesto era Salvatore Costanzo: «Inizialmente giocava come seconda linea», spiega, «nell’ultimo periodo si era irrobustito e stavamo lavorando assieme perché diventasse pilone destro. Aveva un grande margine di miglioramento. È stata una notizia durissima».
Il cordoglio
In attesa delle decisioni delle autorità, prima del nulla osta per i funerali, tocca ora proprio alla famiglia chiedere di effettuare sul corpo del ventiquattrenne l’autopsia. Il padre Antonio, la madre e il fratello Filippo da giovedì sono chiusi nel loro dolore.
«Leonardo era un cuore grande, ma purtroppo forse un cuore malato. Era un ragazzo molto sensibile», dice, affranto, papà Antonio.
A esprimere vicinanza e cordoglio non è solo il rugby. Anche Giannino Venerandi, titolare dell’Odissea, si unisce: «Aveva iniziato a lavorare nel servizio di controllo del nostro locale nell’estate del 2022, era un ragazzo molto disponibile, gentile, educato, serio. Aveva un bel modo di porsi e di dialogare: rispettoso e oltre che ben piazzato fisicamente, come spesso richiede quel tipo di mansione, aveva dimostrato una grande maturità, sapeva essere delicato, mai aggressivo e gestire le situazioni. Ci siamo sempre trovati bene e, quando gli impegni sportivi glielo consentivano, era un piacere averlo nello staff».
Lavorava per l’agenzia Css di Padova: «Ogni giovedì ci sentivamo per capire la sua disponibilità», racconta il titolare Elia Perdon, «L’ho cercato e non rispondeva, mi ha risposto il fratello, è stato un colpo durissimo per tutti noi». Nessuno si aspettava che la sua vita finisse così tragicamente in modo improvviso.