Scoglio Olivi in agonia, il governo croato lancia il salvagente
![Scoglio Olivi in agonia, il governo croato
lancia il salvagente](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/ilpiccolo/2024/03/16/204640298-a67683f6-514f-4e52-aaee-bb365d97e702.jpg)
foto da Quotidiani locali
POLA Dopo il flop nel quale si sono risolti i sei tentativi di vendita al migliore offerente, esperiti a partire dal novembre 2022, lo Stato croato decide di mettere il punto lanciando un salvagente provvisorio al cantiere navale Scoglio Olivi, un tempo colonna portante dell'economia cittadina e poi venutosi a trovare sull'orlo della liquidazione a causa delle forti perdite: basti pensare che il conto bancario è bloccato da 120 giorni.
Così il governo di Zagabria ha incaricato il Centro per le ristrutturazioni e le vendite (Cerp) di acquisire con i propri fondi due quote d'impresa del cantiere navale Uljanik Brodogradiliste in fallimento, al prezzo di 6,9 milioni di euro. Il cantiere, lo ricordiamo, era colato a picco sei anni fa assieme al Gruppo Uljanik di cui faceva parte.
Ora, le due quote rappresentano il 54,77% delle azioni di Uljanik Brodogradnja 1856, società che fa capo all’Uljanik Brodogradiliste. In buona sostanza dunque lo Stato acquisisce il pacchetto di maggioranza della Uljanik Brodogradnja 1856 che si è tentato appunto di mettere all'asta.
Considerate le quote che già erano in mano a Zagabria, lo Stato diventa così proprietario assoluto - con il 97% - della società, fondata nel 2018 con l’obiettivo di rilanciare la cantieristica navale a Pola dopo il tracollo del Gruppo Uljanik. Il prezzo di 6,9 milioni è quello stabilito dall'assemblea dei creditori del cantiere, che così potranno monetizzare almeno in parte - si parla del 30% - le loro spettanze, pari a 20 milioni di euro.
Tra i creditori figurano gli ex dipendenti finiti in strada dopo la sua liquidazione. Il governo ha inoltre imposto al Cerp di versare alla Uljanik Brodogradnja 1856 un importo fino a 10 milioni di euro per la sua stabilizzazione finanziaria e per permettere il completamento della nave 535 e del bacino galleggiante 537 in costruzione.
«Abbiamo deciso di procedere in questo modo - ha spiegato il ministro dell'Economia e dello Sviluppo sostenibile Damir Habijan - per ridurre i danni al bilancio dello Stato e proteggere il valore delle quote aziendali per le quali prevediamo di realizzare un valore aggiunto con la futura vendita delle stesse». In sintesi, lo Stato intende rimettere in carreggiata lo stabilimento - i cui dipendenti sono oggi ridotti a 250 - per tentare poi di venderlo.
La mossa del governo ha incontrato i favori del sindacato aziendale, secondo il quale i dipendenti potranno lavorare con maggiore tranquillità. È probabile che lo Stato ora nomini un nuovo management del cantiere, visti i risultati di quello attuale, giudicati insoddisfacenti.