“Fugazze” e pizze comuni: gli antichi forni di Polpet cuociono come ai bei tempi
Rinnovata la tradizione dell’arte della cottura e panificazione con la seconda edizione della manifestazione “Forni aperti a Polpet”. Si tratta di una proposta del comitato frazionale che ha chiamato a raccolta la popolazione riattivando alcuni dei numerosi forni che esistono nel paese per cuocere le tradizionali “fugazze” pasquali ma anche delle comuni pizze.
L’iniziativa, lanciata per la prima volta da Armando Collazuol, era molto semplice: bastava prenotarsi e portare le proprie creazioni culinarie, come le focacce, che venivano poi cotte nei forni, alcuni di questi a legna. Obiettivo è quello di fare comunità e rivivere lo spirito di una volta.
Agli inizi del secolo scorso c’erano oltre 20 forni attivi: ora molti sono scomparsi o inattivi. Per l’occasione, però, sono ne sono stati aperti cinque: quello di Armando, Zester, Collarin, Zilli e infine Menegaz. Alcuni sono più recenti ma altri sono davvero antichi: il più vecchio è datato infatti 1914 e, come piastra di cottura, ha una vecchia lastra ricavata da una mola di mulino. Il paese dunque si è messo in moto: i forni più storici sono stati accessi sin da martedì mentre quelli moderni da venerdì pomeriggio.
Questo perché, essendo inattivi, era necessario un riscaldamento e fare alcune “prove”. La procedura ha visto alcune signore del paese, di tutte le fasce di età, che hanno portato le loro produzioni. Per i forni a legna c’è stata la cottura delle braci che poi sono state spazzate via. Con una scopa di saggina imbevuta d’acqua c’è stata poi la pulizia e l’abbattimento della temperatura che deve raggiungere il valore ideale tra i 175 e 180 gradi. Poi finalmente la cottura di circa 40 minuti e poi gli assaggi. Alcune nuove tecnologie, come le luci elettriche per illuminare l’interno, l’aspiratore di fumo o il puntatore laser, hanno certamente aiutato ma la preparazione tradizionale è stata rispettata. I volontari hanno poi organizzato intrattenimento musicale e momenti conviviali.
«Nonostante il meteo non ideale», commenta l’organizzatore Collazuol, «quest’anno siamo riusciti a replicare e anche ad aumentare i numeri della prima edizione sperimentale del 2023. Abbiamo calcolato la produzione, in un pomeriggio, di circa 70 focacce in più postazioni: praticamente tutto quello che potevamo cuocere dato lo spazio dei forni. Questo senza contare la produzione di pizza che abbiamo organizzato nei giorni precedenti per “far lavorare” i forni. Ovviamente non è assolutamente un’iniziativa a scopo di lucro perché non ci sono state vendite ma solo assaggi. C’è solo la voglia di ricreare spirito di comunità facendo rivivere nei più anziani i tempi andati e far conoscere ai più giovani la Polpet di un tempo. Prossimi passi saranno cercare di riattivare ancora più forni e continuare con le visite didattiche delle scolaresche».