Al bocciodromo di Montagnana si fa inclusione. Accolti otto ragazzi autistici
Al bocciodromo di Montagnana, che si trova al “Bar Bocciodromo da Emilio” in via Luppia Alberi 204, non soltanto si gioca a bocce, ma si affrontano anche temi importanti, come quello dell’inclusione sociale.
I questi mesi la società bocciofila “Bepi Verdolin” sta portando avanti un progetto, assieme alla cooperativa sociale “La Vela” onlus di Terrazzo (Verona), dedicato a otto ragazzi autistici che hanno tra i 16 e i 20 anni.
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L’obiettivo è quello di regalare un sogno e un momento di divertimento a questi ragazzi attraverso allenamenti dedicati.
«Non è semplice, hanno bisogno di particolari attenzioni. È un progetto che ci deve trovare preparati per seguirli, non è che uno si improvvisa e va in campo a gestire la cosa», spiega il presidente Claudio Girlanda.
«Loro sono seguiti e vengono da noi con la propria psicologa». Nelle ultime settimane i ragazzi sono stati iscritti alla Fib (Federazione Italiana Bocce) di Padova-Rovigo, diventando a tutti gli effetti dei veri e propri atleti. «Di questo loro sono orgogliosi. Appena hanno saputo della notizia si sono emozionati, hanno una sensibilità incredibile. Questo progetto stiamo cercando di svilupparlo coinvolgendo le famiglie, le insegnanti e la nostra Federazione».
La prospettiva è quella di far partecipare i ragazzi a delle gare ufficiali, prima a livello provinciale, poi regionale e infine nazionale. Il percorso è però ancora molto lungo, con questi primi allenamenti gli atleti stanno ancora imparando le basi di questo sport, come ad esempio l’accosto.
«L’accosto è un lancio di precisione che ha come obiettivo quello di far arrivare la propria boccia il più vicino possibile al boccino. Siamo ancora all’inizio, ma vedo già ottimi risultati», continua il presidente.
«Tutto questo è possibile farlo anche grazie a Emilio Saggioro, proprietario, ormai da più di 50 anni, del bocciodromo e del bar. È uno dei pochi bocciodromi di proprietà presenti in Italia, di solito sono tutti comunali».
Non c’è nessuna competizione tra di loro durante gli allenamenti, anzi, chi si avvicina di più al boccino riceve l’applauso di tutti, per loro vale veramente il detto “L’importante non è vincere, ma partecipare”.
I ragazzi partecipano eccome, sia fisicamente, ma soprattutto con il cuore. Vedi nei loro occhi la voglia di sognare e di realizzarsi: sarà sicuramente difficile riuscire a spiegare che la seconda regola di questo sport è quella di colpire la boccia di un altro avversario per spostarla più lontano possibile per farlo perdere.
«Stiamo imparando più noi da loro, che loro da noi. Ci stanno insegnando il valore della vita e delle amicizie», conclude il collaboratore Daniele Meggiorin.