Il mondo dell’arte piange Jean Turco, il fotografo di Giais amato nel mondo
Quando manca un artista, si rimane tutti orfani. Jean Turco, 76 anni, fotografo di fama mondiale non c’è più. Aveva iniziato con la fotografia d’alta montagna, poi si era dedicato alle foto artistiche. I temi del nudo, del ritratto e della natura morta erano i soggetti che prediligeva. I suoi scatti si distinguono per un’illuminazione originale e visionaria che lo differenziano singolarmente dagli altri fotografi.
Jean Turco ha trascorso la sua adolescenza a Chamonix, ai piedi del Monte Bianco. Si è poi laureato in fotografia e storia dell’arte. I suoi scatti sono conservati in musei e collezioni private. Scatti più volte, ovunque premiati. Turco è anche autore di diversi libri e saggi sulla fotografia: La foto di nudo, L’arte della luce, Il nudo, Il ritratto, La natura morta, La guida alla posa.
Conosciuto in tutto il mondo, in Francia era particolarmente famoso. È deceduto a Parigi, dove nei prossimi giorni si terranno le sue esequie. Le ceneri verranno poi conservate nel cimitero di Giais, borgo natale, dove Jean Turco era solito trascorrere lunghi periodi della sua esistenza di artista, pluripremiato, per le sue foto, in ogni angolo del pianeta: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Italia, aveva il suo “buen retiro” a Glera di Giais. Affezionato alla famiglia Mazzega, nel borgo conservava un suo atelier artistico.
Spesso traeva ispirazione dalle escursioni sulle colline di Giais, dove curava una lingua di bosco con un capanno, in località “Phuocol” che impreziosiva con segni devozionali alla Vergine. Tanti gli amici che ora, con dolore, ricordano i momenti, artistici e conviviali, trascorsi con Jean Turco nell’Avianese. Incontri che arricchivano spiritualmente con le conoscenze artistiche che Jean sapeva trasmettere.
Commossa lo ricorda sua cugina, la maestra Zilla Mazzega di Giais: «Famoso in ogni angolo del mondo, Jean sentiva, come noi, di avere le proprie radici a Giais, da dove la sua famiglia era emigrata in Francia, a Grenoble, dopo la Seconda guerra mondiale. A Glera di Giais – dove abito, conclude Zilla – tante cose continueranno a ricordare la sua personalità, le sue capacità artistiche. Cercherò di conservarle».
Jean Turco, sosteneva che nelle gelaterie avianesi poteva gustare il miglior gelato al limone del mondo, un «Gelato al limon» che, gustato, materializzava il cantautore Paolo Conte. «Quel sapore – sosteneva – mi fa subito tornare alla passione per l’immagine fotografica, mi fa desiderare gli incontri con gli amici nella casa che i miei genitori mi hanno affidato a Giais».
Cristina Gattel, infermiera in Cardiologia all’ospedale civile di Pordenone, fotografa e pittrice per passione, è testimone dell’arte fotografica di Turco e lo ricorda quale artista generoso che metteva a disposizione degli altri arte fotografica e conoscenze, frutto di tanti viaggi ed esperienze. «Jean – afferma Gattel – si è rivelato un amico importante. Amava la vita ed era pieno di vita, altruista, generoso con gli amici, come verso coloro che aveva appena conosciuto. Ciò che amava era condividere nella sua casa-atelier di Giais, con la propria arte fotografica, momenti conviviali, densi di confronti, di allegria e di spensieratezza».