Hamas accetta la tregua ma forse non è vero
Il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha comunicato al primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, e al capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamal, l'accettazione da parte del gruppo jihadista palestinese della proposta di cessate il fuoco avanzata dai due Paesi arabi. Questo è quanto riporta una nota ufficiale di Hamas. Ma ogni festeggiamento o soddisfazione internazionale è durata pochi minuti.
Un funzionario israeliano ha infatti reagito così alla notizia: "Aspettiamo ulteriori dettagli sull'annuncio di Hamas. Esamineremo la loro risposta e cercheremo di comprendere quali punti siano stati accettati e quali no." Piu’ netta la radio dell'esercito israeliano di solito ben informata: "Hamas ha di fatto approvato una proposta egiziana modificata che Israele ritiene comunque inaccettabile." In molti poi pensano che questo presunto via libera dei miliziani serva solo per prendere tempo ed evitare l'operazione dentro Rafah che potrebbe scattare già all'alba di domani, cioè tra poche ore.
Questo sviluppo arriva dopo una giornata ad alta tensione che ha avuto inizio all'alba con le Forze di Difesa Israeliane (IDF) che hanno iniziato a evacuare i civili palestinesi da Rafah verso i campi profughi nelle zone di Khan Yunis e al-Mawasi, dopo il lancio di volantini che invitavano la popolazione civile palestinese a evacuare.
Se davvero Hamas ha accettato il documento approvato da Israele e non una sintesi elaborata da Qatar e Egitto, tutto potrebbe cambiare, come ha spiegato un funzionario israeliano che ha parlato con Ynet: "Tutto è reversibile; se Hamas accetta un accordo, i preparativi per l'attacco a Rafah potrebbero essere interrotti." Le IDF hanno comunque precisato che si tratta comunque di "un'operazione limitata mirata a spostare circa 100.000 persone". È quindi possibile che non ci sia un'invasione su larga scala da parte delle IDF a Rafah, ma piuttosto una serie di azioni mirate volte a cercare ostaggi e catturare i leader militari di Hamas, Yaya Siwar e Mohammed Deif. Visti gli ultimi sviluppi la sensazione è che le prossime 48-72 ore saranno decisive con gli israeliani ormai pronti ad entrare a Rafah.
Intanto a Rafah e Gaza la popolazione palestinese è scesa in strada per festeggiare la notizia data da Hamas di accordo raggiunto.
Alle 21.30 la nota del ministero della difesa di Israele:
Ufficio del Primo Ministro israeliano:
Il Gabinetto di Guerra ha deciso all'unanimità che Israele continui l'operazione a #Rafah per esercitare pressioni militari sull'organizzazione terroristica di Hamas al fine di promuovere il rilascio dei nostri ostaggi e gli altri obiettivi della guerra.
Allo stesso tempo, anche se la proposta di Hamas è lontana dalle richieste israeliane, Israele invierà una delegazione di mediatori della classe dirigente per esplorare la possibilità di raggiungere un accordo in condizioni accettabili per Israele.
Da Rafah arrivano notizie non confermate dell'ingresso nella zona sud di soldati israeliani.
LE TRE FASI DELL'ACCORDO
La tregua è suddivisa in tre fasi di 42 giorni complessivi.
Durante la prima e la seconda fase, ci sarà uno scambio di prigionieri detenuti a Gaza con palestinesi nelle carceri israeliane: 50 per ogni ostaggio rilasciato. La prima fase prevede il ritiro completo delle truppe israeliane dal corridoio di Netzarim e il ritorno dei palestinesi sfollati alle loro case.
Nella seconda fase verrà annunciata direttamente la cessazione definitiva delle operazioni militari. Nell’ultima fase ci sarà la completa revoca del blocco della Striscia di Gaza.